lunedì 31 agosto 2009

Quale progetto?

Ci avevano detto che, secondo il famoso "progetto", De Canio avrebbe scelto personalmente la rosa a sua disposizione. Che mai e poi mai sarebbero stati acquistati giocatori non graditi allo staff tecnico e che se mai un'operazione del genere si fosse concretizzata, il presidente Semeraro avrebbe certamente "cazziato" - parole sue - direttore sportivo e allenatore, perché è così che avrebbe fatto in passato se fosse stato al corrente di alcune trattative che non erano state gradite a Beretta. Ed invece non è cambiato niente. Clientelismo era e clientelismo è rimasto. E De Canio, che di Ferguson ha solo l'aplomb - perché, com'è noto, il manager dei diavoli rossi non si serve del direttore sportivo per condurre il mercato - è costretto a lavorare di fantasia quando Angelozzi se ne sta "in vacanza" - parole dello stesso diesse - durante il calciomercato; e, alla fine delle trattative, a lavorare con calciatori scelti da altri: come Corvia e Digao, due autentiche perle di questo calciomercato estivo che hanno inaugurato il "progetto". Daniele Corvia arriva dopo un lungo corteggiamento che vedeva come oggetto dei desideri Rachid Arma, attaccante della Spal valutato circa 1,2 milioni. Era l'attaccante marocchino il terminale offensivo ideale per la formazione di De Canio, ma per tutta risposta è arrivato Corvia, uno strano ritorno nel Salento per la punta senese. Costo stimato dell'operazione (che però non trova ancora riscontri ufficiali): 1,8 milioni di euro per l'intero cartellino. Con Mesbah - costato però quattro soldi - Corvia è l'unico calciatore a godere da parte della dirigenza leccese di tale fiducia da acquistare (e non a saldo!) il suo intero cartellino, pur non trattandosi di una delle "prime scelte" dell'allenatore-manager che dovrebbe avere la parola finale su ogni acquisto.

De Canio non lo sapeva a cosa andava incontro quando ha accettato in estate il Lecce ed il suo quasi-progetto. Il suo arrivo in giallorosso la scorsa stagione è avvenuto a mercato ormai concluso, che vuol dire non aver saggiato i poteri ancestrali di un diesse incapace di condurre una campagna acquisti priva di ombre e sospetti. E infatti l'attività prevalente di Angelozzi a Lecce sembra quella di rimettere in piedi tutti i rapporti di "collaborazione" interrotti in passato. Così dopo aver fatto pace coi Pozzo e con Paolillo, dopo aver accontentato Papadopulo, la Roma, e la Fiorentina di Corvino, è arrivato il momento di ingraziarsi Braida e Bosco Leite in un colpo solo. Al primo, dirigente del Milan, fa infatti piacere liberarsi, seppur in prestito e per un solo anno, dello stipendio che deve corrispondere a Digao - fratello minore del più celebre Ricardo Kakà - un giocatore che nella scorsa stagione ha fatto registrare una sola presenza (di 2 minuti!) nello Standard Liegi, dopo sei mesi di stop per l'intervento chirurgico che gli ha ricostruito i legamenti del ginocchio. Il secondo invece, che è il padre-procuratore del difensore, gradisce l'opportunità che viene concessa al figlio minore dopo lo sgarbo che il diesse catanese gli ha fatto qualche mese fa, in occasione del matrimonio di Kakà celebrato in Brasile. Pare che infatti Angelozzi, nonostante l'invito ufficiale dell'amico Bosco Leite, non si sia presentato alla cerimonia, perché contestuale alla conclusione della trattativa per Edinho. Questo sgarbo personale non è andato giù a Bosco Leite. Ecco allora che Digao - rifiutato qualche giorno fa dal Friburgo, che gli aveva fatto un provino - arriva in giallorosso. Brutto errore aver pensato di evitare col matrimonio anche il regalo nuziale: stando al palmares del brasiliano, era meglio sobbarcarsi le spese di una bella tv al plasma.

Ultime di mercato

Ultime ore di mercato. Alle 19 si chiude finalmente una tre mesi di ansie e preoccupazioni. Il Lecce esce ridimensionato, non tantissimo per la verità, da una fitta ma lenta rete di operazioni. Via Benussi, Polenghi, Stendardo, Antunes, Basta, Caserta, Ariatti, Papadopulos, Papa Waigo, Tiribocchi, Castillo e dentro Terranova, Mazzotta, Bergougnoux, Marilungo, Lepore, Corvia, Mesbah, Baclet, Defendi e Trazzi. In attesa degli ultimi colpi in uscita, probabilmente Diamoutene al Bari, Agnelli e Triarico, forse Edinho; ed in entrata, un fluidificante destro - si parla insistentemente di Belleri, più motivato rispetto a Ferri, ma anche di Antonazzi - e Digao, ennesimo affare "angelozziano" (ma di questo eventualmente se ne parlerà a contratto firmato...), magari Fiore o Arma ed un portiere. Uno svecchiamento radicale ed un ridimensionamento di aspettative e monte ingaggi notevole. Con la saggia partecipazione al mercato di De Canio si è riusciti a mettere in piedi una formazione giovane e degna di un campionato di serie B.

Grazie anche a un logico intervento sul piano tecnico-tattico, la squadra dimostra di avere tutte le potenzialità per poter competere per le zone alte della classifica. L'operazione che porta il maliano Diamoutene al Bari è ormai in dirittura d'arrivo. Il forte centrale africano sarà probabilmente sostituito da Digao, come detto, senza dimenticare Terranova e Ingrosso già presenti nella rosa. Problematico sarà invece rimpiazzare, non solo numericamente, ma anche tecnicamente, la partenza di Edinho. Il brasiliano è legato alla possibile partenza di Kuzmanovic dalla Fiorentina. Corvino in queste ore starebbe pensando di ovviare alla probabile squalifica di Mutu con Pandev - il macedone è stato messo in tribuna da Lotito a causa di problemi legati al contratto - magari attraverso lo scambio tra i due, dato che anche Lotito gradisce la soluzione proposta. Da verificare invece la possibilità di acquisire un portiere più esperto. Le ultime tre uscite ufficiali di Rosati non promettono bene per il futuro, ma la società pare convinta di dare un'ultima chance all'estremo difensore laziale.

lunedì 17 agosto 2009

Samp-Lecce un abisso: ma i giallorossi ci sono


Un Lecce privo dei "dissidenti" Polenghi e Cacia (sul finire della partita, dopo aver effettuato inutilmente il riscaldamento, dietro la panchina) impatta violentemente dinanzi ad una Sampdoria in formato campionato. Niente a che vedere con la vecchia Samp di Mazzarri, quella di mister Del Neri corre, inventa e realizza con una puntualità invidiabile.Non è una disfatta però per i giallorossi che per tutta la partita, e specialmente nel primo tempo, tengono il pallino del gioco e vengono fermati solo da una scarsa vena realizzativa di punte e centrocampisti. Una incertezza di Rosati all'8' condanna la squadra di De Canio al primo vero affondo dei blucerchiati, che vanno subito a segno con un diagonale di Pazzini. Il portiere leccese sfiora ma nulla può. Il Lecce continua a macinare gioco e sfiora il pareggio all'11', ma Vives - servito da Baclet - spara verso l’esterno, direzione "etichettificio".La gara è ricca di cambi di gioco e iniziative. Al 17' Vives si avventura in un dribbling non troppo fortunato; sul capovolgimento di fronte Mannini, liberatosi di Diamoutene, cerca di superare Rosati con un pallonetto, ma spedisce direttamente fuori. Appena due minuti più tardi è Defendi a tracciare un terra-aria in direzione di Castellazzi, ma il portiere, 34 anni, riesce ad annullare. L’occasione successiva è ancora del Lecce, su suggerimento di Angelo, Baclet incorna ma il solito Castellazzi è attento. Al 31' Rosati manda in angolo un tiro-cross di Cassano. Sugli sviluppi del corner arriva il 2-0, con un colpo di tacco dell'attaccante barese spalle alla porta. Passa soltanto qualche secondo e arriva il tris confezionato dal terzetto Cassano-Mannini-Pazzini, con quest’ultimo a concludere l’azione.Al 35' Baclet cerca inutilmente di rimettere il Lecce in carreggiata. Prima del fischio finale è ancora il Lecce, sul corner, a sfiorare il gol.

I giallorossi rientrano dagli spogliatoi e sono addirittura più pericolosi di prima ma, mentre tutte le azioni dei giallorossi sfumano, l'unica azione degna di nota della Sampdoria, al 60', si trasforma in gol. Cassano riesce, dove Mannini ha sbagliato, pallonetto a Rosati e pesante 4-0.Solo al 72' i giallorossi si ricordano che nel calcio bisogna mettere la palla alle spalle del portiere, possibilmente in rete. Mazzotta (buono l’esordio) lancia in profondità Baclet, quest'ultimo smarca Defendi che realizza la sua prima marcatura ufficiale. Passano appena due minuti ed un fallo di Angelo in area (ultimo uomo), costringe il Lecce a finire la gara in dieci uomini. Rigore ed espulsione. Palombo dal dischetto non sbaglia e sigla il 5-1.Anche Vives ricorda di essere un calciatore, qualche minuto più tardi si inventa un diagonale che batte Castellazzi, e riporta il Lecce ad uno scarto di tre gol.Altre occasioni giallorosse, ma è della Samp l’ultima parola. Padalino in gol e fischio finale. Il 6-2 finale richiama, di questi tempi, il classico punteggio tennistico, opera e virtù della salentina Flavia Pennetta, ma non lascia l’amaro in bocca al tifoso giallorosso. Troppo ampio lo scarto fra due squadre che hanno giocato quasi alla pari. Da una parte la Sampdoria dei Cassano e dei Pazzini, che hanno semplicemente messo sul tavolo la loro classe, da sola sufficiente a frenare un Lecce che invece è più squadra e meno individualità. I cambi di campo, i fraseggi in velocità, gli spunti e le doti dei nuovi lasciano ben sperare per il campionato. Sicuramente non ci sarà un Cassano, una Sampdoria o un Del Neri a mettere i bastoni fra le ruote ai giallorossi di serie B. Qualche piccolo ritocco in difesa, qualche innesto ancora in mezzo al campo – anche in vista delle partenze eccellenti – e poi ancora un piccolo sforzo in attacco per rendere questa squadra ancora più competitiva. Il progetto di De Canio parte bene.

lunedì 10 agosto 2009

Mercato: Lecce sotto i riflettori

Lillo Foti è a Lecce per convincere i Templari a lasciar partire Daniele Cacia, il bomber che ha tutto da dimostrare. La Reggina vorrebbe completare il suo parco attaccanti proprio col giocatore calabrese, che andrebbe a far coppia con Bonazzoli, fresco di serie A. La trattativa è complessa, perché la punta non può essere ceduta ad un terzo club in questa stagione, e dato l'investimento fatto su di lui, privarsene a cuor leggero non è facile. Il Lecce vorrebbe ricavarci qualcosa. Foti però fino ad ora si è sempre rifiutato di pagare il prestito del calciatore, esigendone le prestazioni a titolo gratuito. Il fatto stesso che Foti sia personalmente arrivato nel Salento apre però uno scenario abbastanza ampio. Il discorso potrebbe prendere una piega diversa a seconda che il presidente reggino abbia deciso di pagare il prestito oppure abbia deciso di scambiare Cacia con un suo calciatore in esubero.

Magari quello stesso Brienza che a Reggio Calabria non ha voglia di metterci piede. Un calciatore che può agire da seconda punta o trequartista e che quindi potrebbe essere la chiave di volta di questa situazione. Intanto Mazzotta, l'ex capitano della primavera del Palermo, arriva a Lecce con la formula del prestito con diritto di riscatto della comproprietà. Fluidificante di sinistra arriva come naturale sostituto di Giuliatto. Ad ore si definirà anche la trattativa che porterà l'attaccante marocchino della Spal Rachid Arma a vestire il giallorosso. Mentre, secondo il quotidiano veronese "L'Arena", entro mercoledi' dovrebbe essere definito il passaggio del centrocampista brasiliano Edinho verso Verona, sponda Chievo. Un mercato che entra nel vivo.

Il Lecce infrange il sogno del Vico Equense

In presenza di 2487 affezionati, il Lecce travolge il Vico Equense annullando, in appena 3 minuti, tutte le paure di un turno di Coppa Italia che spesso è stato fatale ai giallorossi. De Canio, in piena emergenza, schiera un 4-2-3-1 nemmeno poi tanto a sorpresa. Angelo, Schiavi, Fabiano, Mesbah sulla linea di difesa, Giacomazzi ed Edinho a protezione con Vives, Lepore e Defendi a supporto dell’unica punta Baclet.La squadra campana si è dimostrata troppo debole per poter essere considerato un test attendibile dal quale ricavare delle risposte. Terzo minuto, tredicesimo, quarantatreesimo e sessantunesimo sono gli istanti in cui Alan Pierre Baclet imprime la sua firma alla partita. Mai, a memoria di tifoso giallorosso, un attaccante del Lecce ha fatto il suo esordio con un poker, per Baclet è già storia. Come detto Vico Equense troppo poco attendibile, anche perché nelle gambe dei salentini c’è ancora la pesantezza del lavoro svolto a Tarvisio.Qualche indicazione rilevante è possibile però fissarla. A partire da quegli uomini che hanno deluso: Schiavi qualche sbavatura, Vives onnipresente ma mai incisivo per quanto riguarda l'ultimo passaggio che spesso e volentieri era filtrato dal centrocampo campano, Lepore troppo timido e poco presente nella manovra, difficoltà nel saltare l'uomo e tocco di palla non impeccabile. I compagni cercano solo lui dopo il 4-0 ma non riesce ad incidere sulla gara. Improponibile ad oggi il suo paragone a Giovinco. Angelo è il solito pasticcione, tutta corsa e poca lucidità. Qualche cross di rilievo però è da annotare al suo taccuino.

Bocciati. Non aver figurato contro una squadra appena promossa nella vecchia serie C2, è preoccupante. Da rivedere invece Mesbah, ottima la sua gara di ieri, ma era facile vincere i contrasti con Donnaromma. Dimostra facilità nel dribbling e nel cross. Gioca fluidificante per ovviare all’assenza di Giuliatto, ma in campionato dovrebbe agire sulla linea di centrocampo, liberando a destra un Defendi ancora imballato. Qualche buono spunto, qualche tentativo di conclusione in porta, un calciatore di categoria. È di oggi tra l’altro la notizia dell’acquisto in prestito con diritto di riscatto della comproprietà di Mazzotta, difensore sinistro del Palermo. Con Mazzotta Mesbah non dovrà più preoccuparsi di difendere.Baclet non si discute, il suo auto-paragone con Anelka ha suscitato nei giorni scorsi l'ilarità di molti. Un paragone azzeccato però. I movimenti, l'istinto e le movenze, oltre che la pelata, ricordano volentieri il panterone agli ordini di Ancelotti. Certo anche per lui il test è poco attendibile, ma l'attaccante di razza lo si vede da come si muove in campo. Mai fuori posizione, sempre puntuale in area, ottimi i tempi di inserimento sui primi tre gol di testa. Una prima punta classica. Fisicamente pare difficile che possa agire da trequartista o da esterno, ma il calcio ci ha regalato anche queste sorprese. Più in generale si sono visti dei movimenti decisi, tagli e sovrapposizioni come non si vedevano dal primo Zeman. Positive le sensazioni che provengono dal primo test ufficiale, in attesa della più difficile gara di domenica prossima, quando Giacomazzi e compagni andranno a far visita al 4-4-2 di Gigi Del Neri, al Ferraris di Genova.