lunedì 25 gennaio 2010

Gradito ospite

Puntatissima quella di domani a Lecce Channel. Ospite, della conduttrice Silvia Famularo, l'allenatore del Lecce Luigi De Canio.
Gradita la partecipazione attraverso il sistema dei messaggi o delle telefonate.

venerdì 22 gennaio 2010

Blocco del mercato

di Vittorio Murra

L'assassino è sempre il maggiordomo? Evidentemente no. Sherlock Holmes questa volta ha toppato, per la felicità del suo assistente Watson.

Eppure anche stavolta la soluzione dell'enigma era così elementare, da non volerci credere. Come la risposta ad una domanda banale, che non hai il coraggio di pronunciare perché troppo scontata per essere vera.

Luigi De Canio, l'uomo della svolta, l'uomo dei primati, quello capace di tenere in mano un gruppo sfaldato, sbandato, l'allenatore che ha ridato una parvenza di professionalità all'ambiente, è solo. Abbandonato dalla stampa, non tutta per la verità, persino contrastato da questa, per un panettone ed una bottiglia di spumante che, a Natale, non si rifiutano mai.

Abbandonato dalla società, che non lo ha mai protetto da una stampa inutilmente cattiva e da risultati che non premiavano il lavoro svolto durante la settimana (il periodo da Piacenza a Cittadella insomma). Abbandonato anche oggi, in sede di mercato, da una società forse scottata dagli improduttivi investimenti degli ultimi quattro anni.

Le domande da porsi sono innumerevoli, e noi ce le poniamo, per tenere sveglia la mente, allenata, ossigenata.

Progetto e transizione prevedevano di traslare dal DS all'allenatore tutti i poteri connessi all'aspetto tecnico ed economico, lasciando poi all'amministratore delegato Fenucci il fardello burocratico. In poche parole, De Canio coi suoi collaboratori scelgono i calciatori, li contattano, definiscono stipendio e costo del cartellino con la società d'appartenenza, e l'US Lecce si muove per chiudere. Niente di più semplice.

Qual è allora il problema datato 22 gennaio 2010? A parte Bertolacci e Ferrario (Gragnaniello non fa testo), di cui comunque si dice un gran bene, non si sono ancora registrati interventi seri sul mercato. E allora si va alla ricerca dell'intoppo che ha bloccato l'ingranaggio perfetto di una macchina che fino ad oggi è prima in classifica, pur essendo partita dalle retrovie.

Tra partenze annunciate (Edinho) e piccoli campioni che giocano ad emulare i grandi - ma solo per le vicende extracalcistiche, i gossip di cui non andare fieri insomma - ci sarà sicuramente stata una strategia di mercato studiata a tavolino fra De Canio ed i suoi osservatori. Calciatori da prendere in via prioritaria, seconde scelte, terze, e così via. Tra le decine di calciatori di cui probabilmente si è fatto il nome non è ancora arrivato nessuno. Il perché non è stavolta riconducibile alla staticità del mercato, come spesso si è fatto credere in passato. Le società infatti sono in rosso da tempo, ad avrebbero tutto l'interesse di cedere i loro pezzi pregiati. Cos'è allora che impedisce a De Canio di acquisire le pedine giuste per chiudere il discorso serie A?

Pensare a incapacità di Fenucci nel chiudere le trattative è palesemente un'assurdità. L'amministratore delegato del Lecce, ha già chiuso trattative ben più complicate di quelle che probabilmente sono oggi all'ordine del giorno. La sua abilità e la sua professionalità, poi, sono note a tutti. Possibile che non ci sia la disponibilità economica da parte della società ad investire? Sarebbe assurdo, per non dire antieconomico, un discorso del genere. Non investire quei 3-4 milioni di euro su giocatori che potrebbero portare la città in serie A è un discorso più autolesionistico che improntato sull'austerity. Un discorso questo che scivola nel comico se poi paragonato agli anni di "angelozziana" memoria, quando la società faceva scudo all'operato di un direttore sportivo che ha dilapidato un patrimonio producendo zero benefici economici. Una società che ha protetto e coccolato l'investimento più inconcepibile degli ultimi anni, che risponde al nome di Edimo Ferreira Campos, a tutti noto come Edinho.

Possibile allora che non si creda nei calciatori scelti dal mister. Ma anche questo sarebbe sbagliato. Le vicende Candreva e Floro Flores dovrebbero far riflettere chi, in passato, non ha creduto in un progetto voluto e poi violentato. Senza contare che la credibilità il mister se l'è già conquistata con la vetta della classifica ottenuta senza quasi aver messo naso nelle scelte estive di mercato.

Insomma si va verso un blocco di mercato quanto mai sospetto, che vuole forse rivalutare la figura del direttore sportivo, o di un direttore sportivo? Elementare Watson!

mercoledì 20 gennaio 2010

Raffaele Gragnaniello è del Lecce

L'estremo difensore arriva con la formula del prestito a Lecce fino a fine stagione

Aggiornamenti di mercato

Genevier dovrebbe essere al 98% il centrocampista che sostituirà Edinho davanti alla difesa. Tra la società salentina ed il Siena c'è l'accordo.
De Canio è alla ricerca di una punta, e Pinilla risponde a tutti i quesiti: è giovane, ha talento, può ancora crescere, soprattutto, è già da serie A. Il Lecce offre Cacia più un conguaglio economico per la metà del cartellino. Al cileno l'ultima parola.

sabato 16 gennaio 2010

Ancona - Lecce: che peccato!

di Matteo Marchello

La linea che divide le grandi squadre dalle buone squadre è spesso molto sottile: le prime, spesso, sono brutte ma concrete, sempre concentrate ed in grado di capitalizzare l'unico episodio che le capiti a favore prendendosi i tre punti; le seconde sono, invece, divertenti, un po' arruffone e portano a casa meno punti di quelli che in effetti meriterebbero per il gioco divertente prodotto.
Il Lecce di Ancona passa dalla prima alla seconda categoria al minuto 73 e nel giro di 30 secondi; tanti ne sono bastati, infatti, per lasciar crossare indisturbato Schiattarella dalla fascia sinistra, e permettere a Miramontes di staccare dalla destra nell'aria piccola e pareggiare il gol di Mesbah.
Fino a quel momento i giallorossi erano in vantaggio al “Del Conero”, primi in classifica con 5 punti di distacco sulla seconda, ed un'inerzia dalla propria che valeva, probabilmente, più delle indicazioni statistiche.
La partita vista fino a quello momento era stata decisamente godibile, con una predominanza dorica nei primi 45 minuti e quella salentina nella seconda frazione.
Le due squadre si sono affrontante a viso aperto già dal fischio d'inizio, dimostrando di non accontentarsi del pareggio, ed il primo tempo finiva 0-0 grazie a Rosati, autore di alcuni interventi decisivi, e Fabiano, che nell'ultimo minuto di recupero palesava di non avere il piglio del killer, sparando sul portiere avversario a 2 metri dalla linea di porta.
Il Lecce del secondo tempo ritornava in campo con tutt'altro spirito e creava numerose occasioni da gol, sino a trovarlo con Mesbah che ribadiva in rete, con un tap-in vincente, un pallone sparato da Corvia sul primo palo da posizione defilata.
Lo stesso attaccante romano aveva l'opportunità di chiudere la partita, segnando il gol del raddoppio, in almeno tre occasioni, ma ieri non era la sua serata, come si intuiva da un altro legno colpito, e dalla grossolana occasione a porta vuota sciupata.
Accadeva poi che i terzini giallorossi fossero colti dalla strana amnesia congiunta del 73esimo minuto e che il risultato fosse riportato in parità.
Il punteggio era, così, inchiodato sull'1-1, e nemmeno i 60 secondi più pazzi dell'intera serie B riuscivano a sovvertirlo; all'ultimo minuto di recupero, infatti, Mastronunzio si trovava davanti alla porta spalancata, ma tirava su un difensore avversario, sprecando un incredibile match point; ma l'azione non era finita, ed un contropiede micidiale dei salentini regalava a Marilungo la possibilità del gol della vittoria, ma, nella più assoluta solitudine dell'area avversaria, si lasciava ipnotizzare da Da Costa, sbagliando la più clamorosa delle occasioni da rete.
Tirando le somme si può sicuramente dire che il Lecce del “Del Conero” è stato una buona squadra, pasticciona ma divertente, capace di creare molte occasioni e di sbagliarne altrettante; ma la B di quest'anno è così, e in assenza di grandi squadre, anche una buona quadra può essere capolista; se i giallorossi troveranno maggior cinismo e concretezza, il campionato avrà il suo padrone, altrimenti si trascinerà fino al termine guidato da una buona squadra, ma niente di più.

lunedì 11 gennaio 2010

Nel vivo del mercato

di Vittorio Murra


Con le 11 vittorie ottenute, il Lecce è la squadra più vincente del campionato cadetto, insieme all’Ancona, che però ha una gara da recuperare. L’alta classifica non ferma i giallorossi di mister De Canio che vogliono continuare a stupire gli appassionati attraverso prestazioni e punti che diranno, a fine stagione, se questa nuova formula voluta dal presidente Semeraro ha ragione d’essere o meno.Intanto si lavora per il mercato invernale per puntellare la rosa ed eventualmente sfoltirla. È già arrivato il romanista Bertolacci, 19 anni compiuti lunedi scorso. Il numero 4 della primavera guidata da Alberto De Rossi, debutterà presto in campionato. Diverso invece il discorso per Mauricio Pinilla, l’attaccante classe 84, che sta incantando Grosseto e mezza serie A. Portato in Italia dall’Inter, il cileno ha girovagato per mezza europa, non riuscendo mai a conquistare un posto da titolare tra Chievo, Celta Vigo, Sporting Lisbona, Racing Santander, Hearts ed Universidad de Chile, Vasco da Gama e addirittura i ciprioti dell’Apollon Limasson. Trova la sua dimensione a Grosseto, dove riesce a mettere a segno 9 gol in 11 partite. Se sono indiscutibili le sue doti tecniche, restano da valutare i motivi che non hanno permesso al 26enne di emergere nelle sue passate esperienze. Di lui se n’è già parlato in estate, attualmente sono tornate le voci di un interessamento che questa volta potrebbe portare i suoi frutti. Costo dell’operazione 2 milioni per la comproprietà.Si puntella anche la difesa con Ferrario, difensore centrale cresciuto nell’Inter, ha fatto il suo esordio con la Ternata in C1, poi solo Ravenna.

1,90 per 86 kg il gigante di Rho, può giocare all’occorrenza anche esterno destro. Nonostante le lunghe leve infatti, dispone di una discreta velocità.In partenza Edinho, destinazione brasile. Il centrocampista sudamericano, venuto a Lecce non si sa davvero per quali meriti sportivi, è in procinto di lasciare la città all’ombra del barocco per tornare in patria, dove l’aspetta la moglie partoriente. Conosciuto per non aver mai incantato le folle, l’ex capitano dell’International proverà ad accasarsi in patria; il Lecce però per liberarsi dell’ingaggio e del giocatore è costretto a deprezzare il cartellino. O forse è costretto ad attribuire il giusto valore, avendolo strapagato appena un anno fa.In uscita i giovani che giovani non lo sono più: Agnelli, Vicedomini, Diarra e Tundo. Triarico è finito in prestito al Taranto con diritto di riscatto. Il tempo per la sperimentazione è evidentemente terminato. La serie B è dura, la serie A lontana, e De Canio non può aspettare.

mercoledì 6 gennaio 2010

Il Lecce due stende il Vicenza

di Matteo Marchello

Servivano tre punti al Lecce, per iniziare al meglio il nuovo anno e tornare alla vittoria dopo le due scialbe prestazioni con Ascoli e Cesena, e i tre punti sono arrivati.
I giallorossi non sono tuttavia stati esaltanti e hanno rischiato in più di un episodio di subire la rete del pareggio vicentino nel finale, ma gli assalti dei veneti non hanno portato niente se non qualche spavento per il pubblico del Via del Mare.
La partita era iniziata, tuttavia, nella migliore maniera possibile per i Salentini, con Munari lestissimo ad insaccare il primo calcio d'angolo della partita dopo 90 secondi di gioco; questa è rimasta l'unica occasione da gol per tutto il primo tempo per entrambe le squadre, in realtà oggi confusionarie negli ultimi 30 metri, le cui linee mediane sono state più impegnate nella distruzione del gioco avversario che nella costruzione del proprio.
Il secondo tempo invece è stato decisamente più vivace con le squadre ben più lunghe rispetto al primo. E' stato il Vicenza, infatti, a fare la partita cercando un gol che avrebbe anche meritato, ma l'imprecisione di Bjelanovic e la traversa, protettrice di Rosati, hanno frustrato le velleità dei biancorossi di strappare un punto alla capolista, e l'espulsione di De Cesare nel finale ha messo definitivamente la parola fine all'incontro.
Nonostante sia mancata la legittimazione del bel gioco è stata una vittoria pesantissima per i giallorossi. Il mister De Canio, tornato in panchina in anticipo grazie alle recenti decisioni del giudice sportivo, ha rivoluzionato la squadra rispetto alle ultime uscite dovendo sopperire alle assenze degli squalificati Schiavi, Giacomazzi, e Corvia, e del partente Edinho, ormai destinato al ritorno in patria al Palmeiras; ci metteva anche del suo lasciando in panchina per scelta tecnica Giuliatto, Marilungo e Defendi rimpiazzati rispettivamente da Mazzotta, Bergougnoux e Mesbah; in particolare quest'ultima scelta è apparsa particolarmente felice, dato che l'algerino è parso da subito tonico e molto mobile, creando più di qualche problema alla retroguardia veneta, dimostrando di essere di ben altra pasta rispetto al Defendi delle ultime uscite.
Il risultato odierno non deve, tuttavia, mascherare le lacune giallorosse: la difesa oggi è stata vittima di alcune preoccupanti amnesie, ed il centrocampo, orfano del capitano Giacomazzi, poco lucido, nel quale né Vives né Munari né tantomeno Diarra oggi hanno saputo dettare i giusti ritmi a centrocampo, e di questo ne ha risentito il gioco, risultato confusionario e inconcludente; in questo senso potrebbe essere munifico il mercato di Gennaio, dove De Canio dovrà pareggiare le sue doti di allenatore con quelle di responsabile del mercato, con interventi mirati a colmare le mancanze dei centrali in difesa, a corrente alternata per tutto il campionato, e nel cuore del gioco dove manca un metronomo affidabile, in grado di organizzare le manovre in maniera intelligente e dinamica, cioè, per dirla alla Brera, un mediano più veloce con la testa che con i piedi.