mercoledì 29 aprile 2009
Da wlecce.it
Si parlava di "tregua", anche se non siamo ovviamente in guerra, perché è difficile pensare di conquistare i tifosi con un'annata fortunosa ed un po' di proclami. Alla base vi è sempre quella figura misteriosa che ha giocato le sue carte, ma che è sempre stata troppo timida per mostrarle; figura che ha involontariamente unito contro se stessa una intera tifoseria, ma che non ha fatto nulla per ingraziarsela. Il (pur legittimo) rinnovo del suo contratto e le cattive prestazioni della squadra, unite al continuo "stato febbricitante" di un paio di elementi, per la tifoseria hanno appesantito la zavorra. E adesso la nave imbarca acqua.Una cosa però è capire la Curva, comprendendone lo stile; altra cosa è addentrarsi nel loro pensiero, criptico e inverso. Così, se la Curva è sempre presente quando la squadra è in difficoltà, la Curva può anche non esultare quando la squadra vince: una sorta di padre che incoraggia il figlio nelle sconfitte e lo "bastona" nei momenti felici, a ricordargli che nel passato ha sbagliato e papà non dimentica.Alla base di un rapporto c’è il dialogo. Ciò che evita incomprensioni, litigi e ripicche. Un'intesa che entrambe le parti, in maniera differente, hanno dimostrato di non volere. Un testa a testa che non porterà da nessuna parte e che oggi ha diviso la piazza in tre parti: Società silente, Curva Nord contro la Società e contro il pubblico del resto dello stadio, tifoseria non organizzata contro il direttore sportivo e contro la Nord quando protesta nei confronti di tutta la società. Senza dimenticare che la vittoria ha reso il malcontento della Curva perseguibile, un pareggio o una sconfitta l’avrebbe certamente avvalorato. Si può essere in disaccordo sui modi e sui tempi, non sulle motivazioni. E alla base poi, come dimenticare la buona fede.
lunedì 27 aprile 2009
Munari-Tiribocchi ed il Lecce spera
giovedì 23 aprile 2009
Lecce - Catania: si può fare!
Dopo la partita contro la Roma, il Lecce si appresta ad affrontare il Catania di Walter Zenga privo di tre fondamentali pedine: Ledesma (infortunato), Mascara (squalificato) e Bizzarri (fuori rosa per questioni contrattuali).
Uscita dallo stato confusionale di Roma con dignità – la rimonta di due gol ripongono fiducia per il futuro – la formazione di mister De Canio si ritrova davanti all’unico e vero bivio stagionale: vincere e sperare, perdere e lasciarsi andare.
Intanto noi preghiamo, non nella speranza che Qualcuno ci protegga con la sua lunga e divina mano, ma preghiamo per avere la speranza, e non l’illusione, di salvarci, con una profonda professione di fede nei mezzi propri.
Il Catania lo conosciamo bene, è una squadra compatta con individualità importanti, ma fuori dalla gara come detto, quindi una squadra indebolita anche e non solo per queste defezioni, ma perché gioca senza obiettivi particolari, avendo raggiunto anzitempo la salvezza e non avendo possibilità di agganciare nessun treno per l’Europa.
Il Lecce casalingo non ha niente da perdere, e dovrà proporre tutto il suo potenziale offensivo per abbattere l’avversario che, nel match di andata, ha inorgoglito un nostro dirigente per l’atteggiamento ostruzionistico ed intimidatorio che ha riservato per i nostri giocatori.
Un Lecce che per la legge dei grandi numeri è obbligato a vincere sui siciliani e ridare vigore ad una lotta salvezza senza armi e senza feriti.
venerdì 17 aprile 2009
da WLECCE.IT
Leccesi non solo di nascita ma anche di adozione, perché gente come Pasculli o Barbas non va dimenticata.La serie B, vista come una condanna, potrebbe persino essere manna dal cielo, pensando che per poter ripartire e per poter garantire al Lecce un grande avvenire, è necessario concentrare e non sprecare le risorse economiche. Costruire una squadra di serie B di vertice non richiede lo stesso sforzo economico di una squadra di serie A, e questo potrebbe consentire anche un investimento necessario e significativo nel settore giovanile ormai inesistente.Per ripartire bisogna colmare tutte le lacune che hanno accompagnato l’ultima gestione societaria, e per questo non bisogna dimenticare i tifosi. Coccolarli e adularli facendo per primi il passo più significativo. Sottoscrivere abbonamenti ad occhi chiusi, o acquistare tagliandi per le partite più significative, non dovrà più essere una pretesa di “via Templari”, piuttosto una gioia dei tifosi.Noi a questo futuro ci crediamo, più di una salvezza, ormai irraggiungibile. Noi però rimaniamo tifosi, e al di la delle parole, siamo sempre lì, ogni domenica, allo stadio o davanti alla tv, a tifare per questi colori che non sbiadiranno mai.(Vittorio Murra)