giovedì 31 dicembre 2009

Accenni di mercato

di Vittorio Murra


Finalmente è arrivato, il mercato 2010, quello senza le anticipazioni e centomila nomi. Non quello senza idee e fatto alla rinfusa. Quello senza quel personaggio, tanto caro a pochi e sgradito ai più. Si apre il vero ed autentico mercato di riparazione quello in cui Edinho farà le valigie e volerà verso il Palmeiras. Non fosse stato per l’urgenza squalifiche probabilmente sarebbe rimasto in Brasile. Digao tornerà al Milan, o probabilmente nemmeno lì. Sembra tutto pronto per il centrocampista, scuola Roma, Bertolacci (19 anni).

È lui che prenderà il posto di Edinho davanti alla difesa. Detterà i tempi della manovra e consentirà a De Canio di sviluppare un gioco diverso, rispetto a quello che non ha potuto giocare fino ad ora. Ci sarà qualche altro ritocco, ma come detto, non ci sono nomi che circolano. Tutto viene svolto nella massima discrezione. In attacco non si muove Pinilla, che non è un giocatore del Lecce, e forse mai lo sarà. Puppallè!

lunedì 21 dicembre 2009

Cesena - Lecce: Lecce in flessione

di Matteo Marchello

Il Lecce è ufficialmente in flessione; si erano già avuti i primi sentori nello scorso turno casalingo con l'Ascoli,e la partita di ieri, a Cesena, ha, purtroppo, confermato queste impressioni.
I giallorossi infatti, privi di De Canio e Vives squalificati, non hanno mai dato l'impressione di poter vincere la partita anche se questa volta i torti arbitrali hanno condizionato notevolmente l'andamento dei 90 minuti.
Un Lecce apparso sotto tono nel primo tempo, che per lunghi tratti era stato in balia del possesso palla degli avversari, veniva castigato nel finale del primo parziale da un ingiusto rigore, che Do Prado realizzava senza problemi; le squadre andavano, dunque, al riposo sullo 1-0 e il ritorno in campo non era di certo meglio per gli uomini di De Canio: al primo minuto della ripresa, infatti, un terribile uno-due Do Prado-Schelotto-Do Prado portava quest'ultimo al raddoppio con un preciso diagonale dal limite dell'aria.
Il Lecce appariva come un pugile stordito ed incapace di reagire, tuttavia il colpo del K.O. non gli veniva dato dal Cesena ma dal direttore di gara, che ammoniva per la seconda volta Schiavi in una circostanza grottesca: fallo veniale del centrale campano, sul quale l'arbitro, che avrebbe potuto soprassedere, estraeva il giallo che mandava Schiavi sotto la doccia anticipatamente.
Due a zero, e sotto di un uomo, la partita era praticamente impossibile da raddrizzare, tuttavia anche la buona sorte si rendeva protagonista, facendo finire sotto l'incrocio dei pali un cross sbagliato dell'ottimo Giaccherini.
Il Cesena, dopo aver frustrato gli ultimi, utopici, tentativi di rimonta dei giallorossi rallentava il ritmo, concedendosi stucchevolmente agli olè del pubblico, e andava vicino al gol del poker con Bucchi, che sbagliava un'occasione clamorosa faccia a faccia con Rosati e veniva punito nel finale da Corvia, che realizzando il suo nono gol personale, aggiornava per l'ultima volta il tabellino dei marcatori sul 3 a 1 conclusivo.
Al di là degli errori arbitrali, il Lecce può recriminare per un'impostazione tattica iniziale deficitaria; probabilmente al momento è indispensabile il recupero di Defendi, che appare la copia sbiadita dell'ottimo giocatore di inizio stagione, ed a questo proposito la sosta Natalizia appare quantomai utile.
Inoltre Giuliatto e Angelo, si sono dimostrati inappropriati per contenere Schelotto e Gaccherini, esterni offensivi di sicura prospettiva, e forse due terzini maggiormente accorti in fase difensiva avrebbero potuto gestire meglio la situzione; non è un caso che i migliori in campo siano state proprio le due ali bianconere insieme a Do Prado autore di due gol.
Ora i Salentini hanno tutta la pausa, circa 20 giorni, per dimostrare che Ascoli e Cesena sono stati solamente due incidenti di percorso e recuperare lo smalto che li ha portati in vetta alla classifica, già dal prossimo turno casalingo del 5 Gennaio contro il Vicenza.

giovedì 17 dicembre 2009

Cesena - Lecce

di Vittorio Murra

Potrebbe rappresentare il match più entusiasmante della 19sima giornata, quello che venerdì sera si disputerà sotto i riflettori del Dino Manuzzi di Cesena.
La squadra allenata da Pierpaolo Bisoli dopo aver dominato il campionato di Lega Pro si ritrova oggi a sgomitare anche in serie B per conquistare un posto in paradiso.
Difficile trovare nel campionato cadetto una squadra più organizzata di quella bianconera che basa tutta la sua forza sul gioco e sul collettivo.
Bisoli si lascia trasportare dalla moda del momento schierando i suoi con un 4-2-3-1 capace di esaltare le caratteristiche di Schelotto, Do Prado e Giaccherini. Il primo considerato l’erede naturale di Mauro German Camoranesi è sotto osservazione, sono numerosi i club di A che vogliono assicurarsi le prestazioni dell’italo-argentino, tra questi proprio la Juventus in cerca del sostituto del nazionale oriundo. Il brasiliano invece rappresenta il classico talento che avrebbe avuto una carriera importante alle spalle se solo avesse incontrato le persone giuste. Per Giaccherini, si potrebbe parlare della classica favola calcistica, da sempre di proprietà del Cesena, ma spesso in viaggio tra compagini di c2, trova finalmente fissa dimora con Bisoli che lo adotta lo scorso anno e gli affida la fascia sinistra. In mezzo due mastini come De Feudis e Segarelli a salvaguardia della porta custodita da Antonioli, stella di Milan, Bologna, Roma e Sampdoria, e della linea difensiva a 4 diretta da Piangerelli, ex mediano dei giallorossi, oggi trasformato di centrale o all’occorrenza esterno sinistro di difesa.
Una formazione che in casa ha ottenuto su 9 gare 1 sola sconfitta, alla prima giornata contro la Reggina, poi 5 vittorie e 3 pareggi con 5 reti subite, esattamente la metà del totale delle volte che Antonioli ha dovuto raccogliere la palla dal fondo del sacco. In attacco attenzione a Bucchi, assetato di gol e mai andato a rete contro il Lecce.

mercoledì 16 dicembre 2009

Punto sulla B

di Matteo Marchello

Con il posticipo di Lunedì sera tra Reggina e Tristina si chiude il 18simo turno del campionato di serie B; questo fine settimana ha sorriso alle inseguitrici del Lecce capolista, bloccato 0-0 dall'Ascoli, dato che Ancona, Sassuolo ed Empoli hanno rosicchiato due punti ai giallorossi, vincendo le rispettive sfide con Brescia, Torino e Vicenza.
La vittoria in casa dei granata ad opera del Sassuolo è sicuramente il risultato più significativo della settimana, dato che proietta gli emiliani al terzo posto solitario in graduatoria, ed ha acuito la crisi dei torinesi, costringendoli alla sesta sconfitta del torneo, addirittura la quarta in casa.
Il gol dello 0-1 firmato da Noselli, in dubbia posizione di fuorigioco, ha evidenziato le enormi lacune degli uomini di Beretta, peraltro già evidenziate nel precedente turno contro il Gallipoli, quando erano state mascherate dal bugiardo risultato positivo.
I granata, con un organico costruito per ammazzare il campionato ora sono mediocremente fermi all'ottavo posto, a ben 8 punti dal primo posto e a 5 di distanza dal Sassuolo, matricola terribile che si sta confermando agli ottimi livelli della stagione scorsa.
Dalla stagione scorsa ha completamente invertito il trend l'Ancona, che, dopo aver conservato la serie cadetta per una serie di episodi fortunosi negli ultimi secondi del campionato, al giorno d'oggi occupa la seconda piazza, ad un solo punto dalla prima, oramai con una certa regolarità, e sicuramente potrà dire la sua perlomeno per la lotta play-off.
Il Brescia, battuto al Conero 2-0 sta recitando il solito ruolo di promessa incompiuta come ormai da qualche anno a questa parte, e, sebbene sia partita tra le favorite, rimane nei bassifondi della classifica, in piena zona play-out senza alcuna ambizione o velleità di alta classifica.
Stessa sorte destinata alla Reggina: squadra dotata di un organico di livello superiore alla media, ma con classifica inversamente proporzionale alle sue doti tecniche, dopo un inizio da incubo sta invertendo la marcia dopo l'esonero di Novellino, e gli ultimi risultati, sebbene molto altalenanti, inducono il popolo reggino, tuttavia, ad un moderato ottimismo; la vittoria per 3-1 su una Triestina, oramai in caduta libera, sembra confermarlo.
Tra le squadre in lotta per la salvezza in questo turno di campionato era previsto lo scontro diretto tra Salernitana e Albinoleffe finito 1-1, che ha evidenziato una volta di più gli enormi limiti dei campani, per i quali la salvezza è sempre più una chimera, visto che la crisi coinvolge l'intera società, dai piani alti dirigenziali sino alla conduzione tecnica di mister Grassadonia, che definire confusionaria pare un eufemismo.
Molto importante è il pareggio esterno, del Mantova sul campo di un lanciatissimo Modena, che permette ai lombardi di muovere la classifica e guadagnare un punto rispetto a Cittadella (battuto 2-1 a Frosinone) e Piacenza, sconfitto 1-0 a Grosseto.

domenica 13 dicembre 2009

Lecce - Ascoli: l'opinione

di Vittorio Murra

Bisognava darsela una regolata. Anche perdere ogni tanto, per quanto già un pareggio può dare quelle mezze soddisfazioni ambo lati. Abbandonarsi all’idea di vivere un campionato di transizione dichiarata ufficialmente, così che qualche affannone, che magari diffonde l’idea del campionato da vincere a mani basse, abbia la possibilità di riporre l’abbaco col quale puntualmente fa i conti in tasca al Lecce e a De Canio, per perorare la tesi secondo cui squadra che vince è volontà piena di un santone passato di qui qualche mese addietro. Proseliti: zero. Anzi, per la verità qualche seguace il nostro brigatore l’ha pure lasciato, bontà sua. Un pareggio che pertanto fa contento chi non gioiva dalla trasferta persa a Brescia, e che espone quindi il Lecce alle critiche assurde di chi non aspettava altro che un passo falso dei giallorossi. E non è certo una gara da incorniciare quella che confeziona il Lecce per i suoi tifosi nell’ultima gara al "Via del Mare" prima degli auguri di Natale. Scende in campo la squadra che più ha dato soddisfazioni con Defendi a supporto di Corvia e Marilungo, Vives, Edinho e Giacomazzi in mezzo al campo. Confermato Fabiano al centro della difesa con Schiavi.Il primo tempo trascorre senza suscitare particolari emozioni, un colpo di testa annullato per fuori gioco ed una simulazione ai danni di Vives fischiata abbastanza generosamente, le uniche note.

Il Lecce si propone con una certa frequenza dalle parti di Frezzolini, nonostante i 10 uomini presentati da Pillon dietro la linea della palla, senza però impensierirlo. Nel secondo tempo De Canio prova a ridare forma ai giallorossi, complice l’espulsione del numero 20 campano, inserendo Munari per Marilungo nel tentativo di giocarsi la partita in contropiede. L’Ascoli da parte sua gioca una gara abbastanza ordinata, galvanizzata anche dalla superiorità numerica, che il Lecce riesce però a controllare senza particolari affanni. I novanta minuti trascorrono così, sotto una pioggia battente che prova a smacchiare il miglior attacco del campionato, senza però riuscirci del tutto: i giallorossi a secco contro i bianconeri sono ancora primi in questa speciale classifica.Una eccessiva lentezza in mezzo al campo non ha consentito al Lecce di fare il colpaccio nonostante le avversità, nonostante il cafarnao presente sul terreno di gioco, frutto di discutibili scelte del direttore di gara.Ecco allora che la settimana che porta alla gara contro il Cesena si colorerà col senapista di turno che farà comunque da sfondo al primo piano di un Lecce formato capolista, peccato però che il ricoglitore in questione uscirà sfocato nell’inquadratura.

sabato 12 dicembre 2009

Lecce: contro l'Ascoli bicchiere mezzo

di Matteo Marchello

Poteva essere la partita della prima vera fuga della serie B di quest'anno, il Lecce aveva, infatti, la ghiottissima occasione di battere un Ascoli relegato nelle ultime posizioni di classifica e lasciare invariato il distacco sulle inseguitrici.
Ed invece allo stadio Via del Mare è sceso in campo il Lecce che non ti aspetti: lento, macchinoso e prevedibile che un Ascoli tutt'altro che trascendentale ha saputo imbrigliare senza correre particolari pericoli, anzi creando più occasioni per segnare degli avversari nonostante la posizione in graduatoria e la vittoria che manca agli ascolani dalla 5° di campionato, ovvero da più tre mesi fa.
I giallorossi infatti scendevano in campo nella formazione tipo con Corvia preferito a Baclet, Edinho a Munari e Defendi in campo dal primo minuto nonostante le ultime opache prestazioni; Bepi Pillon rispondeva tenendo in panchina un bomber navigato come Bernacci preferendogli la coppia Antenucci-Lupoli.
Escluse due belle parate di Rosati il primo tempo scorreva verso gli spogliatoi noiosamente, fino a quando Vives veniva espulso per una simulazione in aria di rigore avversaria allo scadere.
La seconda frazione iniziava con la sostituzione di Marilungo, autore di una discreta partita fino ad allora, da parte di Munari, con il chiaro intento di rinfoltire la linea mediana priva del centrocampista campano e con l' espulsione del mister De Canio, colpevole di aver rivolto parole ingiuriose al direttore di gara.
La superiorità numerica dava grande entusiasmo ai bianconeri che premevano sull'acceleratore in cerca di una vittoria insperata alla vigilia, tuttavia l'uomo in più non aggiunge valori tecnici che non si posseggono e dunque la porta di Rosati rimaneva inviolata fino al triplice fischio arbitrale, anche grazie i meriti dell'estremo difensore giallorosso che appare nettamente trasformato dalle prime apparizioni stagionali.
Resta il dubbio per alcuni fattori che hanno condizionato la partita: ad esempio tutti i tifosi giallorossi si sono chiesti il motivo della sceneggiata di Vives, che gli ha causato la seconda ammonizione, dopo aver saltato il suo marcatore ed essersi liberato davanti alla porta; probabilmente un tiro diretto verso il portiere avversario sarebbe stato più efficace di uno svenimento di tale teatralità, ed anche le successive polemiche con la terna arbitrale sembrano più dettate dal pentimento che dal senso di ingiustizia, dato che il rigore sarebbe stato un regalo eccessivo anche in questo periodo natalizio.
Nonostante il suicidio sportivo di Vives, neppure De Canio è esente da colpe: meriterebbe una spiegazione la scelta di sostituire Marilungo con Munari in luogo di uno spento Defendi, in netta involuzione rispetto alla prime partita del campionato. Il mister materano, una volta rimasto in 10 ha oggi dimostrato di accontentarsi, saggiamente, del pareggio anche nel finale, inserendo un esterno difensivo come Terranova per il già citato Defendi, ed è stato premiato dalla scarsa mira ascolana e dalla giornata particolarmente ispirata di Rosati, che verrà ricordato inevitabilmente come il migliore in campo del match odierno.
Segnali positivi per il proseguo del campionato lasciano ben sperare il popolo salentino: innanzitutto la capacità di rimanere imbattuti anche in una giornata poco brillante mantenendo la porta inviolata e la prestazione del capitano Giacomazzi, costretto ad uscire dal campo in barella per via di un affaticamento muscolare dopo aver corso per sé e per Edinho, sempre più oggetto misterioso della squadra.
Grazie al punto conquistato i salentini conservano per un'altra settimana la vetta solitaria della Serie B nonostante la vittoria dell'Ancona, prima diretta inseguitrice; l'Ascoli, invece, muove la classifica, cosciente che per tornare alla vittoria sarà necessaria maggiore incisività e maggiore fortuna rispetto a quella dimostrata oggi al Via del Mare.

Lecce - Ascoli: ci siamo

Oggi il Lecce è impegnato al "via del Mare" contro un Ascoli in piena crisi ed in ritiro a Lecce già da inizio settimana.
Difficile prevedere la formazione, mister De Canio come al solito aspetta l'ultima mezzora prima della gara per decidere.
Ultima partita da gustare in casa, poi il Cesena in trasferta e i doni da scartare.
La storia parla di una leggera supremazia giallorossa sul picchio. Arbitra Gervasoni di Mantova.

venerdì 11 dicembre 2009

Lecce - Ascoli: la vigilia

Dopo una partenza sprint fatta di 7 partite senza sconfitte, che l’aveva portato ad accarezzare il primato, l’Ascoli sta attraversando un periodo di appannamento. Nelle ultime 10 gare i bianconeri hanno collezionato 8 sconfitte e 2 pareggi. L’ultima partita da 3 punti è quella del 18 settembre contro il Brescia, da molti additata come la partita perfetta della squadra del presidente Benigni. Poi una volta caduta l’imbattibilità stagionale la squadra è entrata in un tunnel dal quale non è più uscita e che l’ha portata a subire 4 sconfitte consecutive, superando il record delle 3 sconfitte proprio con la partita contro la Reggina, a causa di un episodio di dubbio fair play.
Il tecnico, Alessandro Pane, in estate uno dei papabili per la poltrona del Lecce, dopo diversi esperimenti testati in ritiro, ha deciso di dare fiducia al 4-4-2, un sistema di gioco che gli ha consentito di sfruttare al meglio le caratteristiche del parco giocatori a sua disposizione. Un modulo che è stato costretto a cambiare solo nella partita di Brescia ma che gli ha consentito di vincere la gara, e che ha modificato nella partita contro il Sassuolo, gara però perduta malamente per 5 a 1 dinanzi al suo pubblico. Da questo momento in poi il “picchio” ha snaturato il suo gioco ed i risultati non gli hanno più dato ragione.
Il reparto più debole sembra essere proprio la difesa, come già Pane aveva fatto notare ai suoi dirigenti in fase di mercato, che rispondono con Portin e Silvestri. Una difesa che ha retto bene all’inizio ma poi è appunto crollata contro il Sassuolo. Da allora un misto di problemi tecnici e psicologici hanno letteralmente messo a terra un intero reparto, probabilmente poco supportato da un centrocampo incapace di fare un adeguato filtro, o da alchimie tattiche non assimilate, come il rombo a centrocampo. Sotto accusa c’è anche il portiere Frezzolini, incapace di interpretare il ruolo in chiave moderna, cioè da libero dietro una difesa alta. Un reparto comunque falcidiato dalla partenza di Pesce, sulla cui fascia sinistra Pane si è inventato dapprima un Giorgi titolare che non ha dato comunque l’apporto sperato. In attacco è pesantissima l’assenza dell’infortunato Romeo che incide non poco sulla fase realizzativa della squadra. In questo senso nemmeno il direttore di gara ha potuto dare una mano, dato che per le punizioni si nota l’assenza di uno specialista, mentre per i rigori c’è da mettersi le mani fra i capelli: l’Ascoli infatti primeggia per gli errori dal dischetto, nonostante l’alternanza dei tiratori.
È cambiato poco da quando Bepi Pillon, ha preso in mano la situazione, per lo meno non dal punto di vista dei risultati, quelli continuano a mancare. A Piacenza e contro la Reggina conferma il 4-4-2 di Pane col centrocampo in linea per non stravolgere la squadra. Per uscire da dalla zona retrocessione, serve ben altro, un Lecce lanciatissimo è però il cliente più scomodo per fare esperimenti.

Riprendiamo

C'eravamo lasciati all'esonero/allontanamento di Angelozzi, poi una lunga pausa del blog come a voler sottolineare col silenzio questa grandiosa scelta dell'US Lecce.
Oggi si ricomincia.