giovedì 31 dicembre 2009

Accenni di mercato

di Vittorio Murra


Finalmente è arrivato, il mercato 2010, quello senza le anticipazioni e centomila nomi. Non quello senza idee e fatto alla rinfusa. Quello senza quel personaggio, tanto caro a pochi e sgradito ai più. Si apre il vero ed autentico mercato di riparazione quello in cui Edinho farà le valigie e volerà verso il Palmeiras. Non fosse stato per l’urgenza squalifiche probabilmente sarebbe rimasto in Brasile. Digao tornerà al Milan, o probabilmente nemmeno lì. Sembra tutto pronto per il centrocampista, scuola Roma, Bertolacci (19 anni).

È lui che prenderà il posto di Edinho davanti alla difesa. Detterà i tempi della manovra e consentirà a De Canio di sviluppare un gioco diverso, rispetto a quello che non ha potuto giocare fino ad ora. Ci sarà qualche altro ritocco, ma come detto, non ci sono nomi che circolano. Tutto viene svolto nella massima discrezione. In attacco non si muove Pinilla, che non è un giocatore del Lecce, e forse mai lo sarà. Puppallè!

lunedì 21 dicembre 2009

Cesena - Lecce: Lecce in flessione

di Matteo Marchello

Il Lecce è ufficialmente in flessione; si erano già avuti i primi sentori nello scorso turno casalingo con l'Ascoli,e la partita di ieri, a Cesena, ha, purtroppo, confermato queste impressioni.
I giallorossi infatti, privi di De Canio e Vives squalificati, non hanno mai dato l'impressione di poter vincere la partita anche se questa volta i torti arbitrali hanno condizionato notevolmente l'andamento dei 90 minuti.
Un Lecce apparso sotto tono nel primo tempo, che per lunghi tratti era stato in balia del possesso palla degli avversari, veniva castigato nel finale del primo parziale da un ingiusto rigore, che Do Prado realizzava senza problemi; le squadre andavano, dunque, al riposo sullo 1-0 e il ritorno in campo non era di certo meglio per gli uomini di De Canio: al primo minuto della ripresa, infatti, un terribile uno-due Do Prado-Schelotto-Do Prado portava quest'ultimo al raddoppio con un preciso diagonale dal limite dell'aria.
Il Lecce appariva come un pugile stordito ed incapace di reagire, tuttavia il colpo del K.O. non gli veniva dato dal Cesena ma dal direttore di gara, che ammoniva per la seconda volta Schiavi in una circostanza grottesca: fallo veniale del centrale campano, sul quale l'arbitro, che avrebbe potuto soprassedere, estraeva il giallo che mandava Schiavi sotto la doccia anticipatamente.
Due a zero, e sotto di un uomo, la partita era praticamente impossibile da raddrizzare, tuttavia anche la buona sorte si rendeva protagonista, facendo finire sotto l'incrocio dei pali un cross sbagliato dell'ottimo Giaccherini.
Il Cesena, dopo aver frustrato gli ultimi, utopici, tentativi di rimonta dei giallorossi rallentava il ritmo, concedendosi stucchevolmente agli olè del pubblico, e andava vicino al gol del poker con Bucchi, che sbagliava un'occasione clamorosa faccia a faccia con Rosati e veniva punito nel finale da Corvia, che realizzando il suo nono gol personale, aggiornava per l'ultima volta il tabellino dei marcatori sul 3 a 1 conclusivo.
Al di là degli errori arbitrali, il Lecce può recriminare per un'impostazione tattica iniziale deficitaria; probabilmente al momento è indispensabile il recupero di Defendi, che appare la copia sbiadita dell'ottimo giocatore di inizio stagione, ed a questo proposito la sosta Natalizia appare quantomai utile.
Inoltre Giuliatto e Angelo, si sono dimostrati inappropriati per contenere Schelotto e Gaccherini, esterni offensivi di sicura prospettiva, e forse due terzini maggiormente accorti in fase difensiva avrebbero potuto gestire meglio la situzione; non è un caso che i migliori in campo siano state proprio le due ali bianconere insieme a Do Prado autore di due gol.
Ora i Salentini hanno tutta la pausa, circa 20 giorni, per dimostrare che Ascoli e Cesena sono stati solamente due incidenti di percorso e recuperare lo smalto che li ha portati in vetta alla classifica, già dal prossimo turno casalingo del 5 Gennaio contro il Vicenza.

giovedì 17 dicembre 2009

Cesena - Lecce

di Vittorio Murra

Potrebbe rappresentare il match più entusiasmante della 19sima giornata, quello che venerdì sera si disputerà sotto i riflettori del Dino Manuzzi di Cesena.
La squadra allenata da Pierpaolo Bisoli dopo aver dominato il campionato di Lega Pro si ritrova oggi a sgomitare anche in serie B per conquistare un posto in paradiso.
Difficile trovare nel campionato cadetto una squadra più organizzata di quella bianconera che basa tutta la sua forza sul gioco e sul collettivo.
Bisoli si lascia trasportare dalla moda del momento schierando i suoi con un 4-2-3-1 capace di esaltare le caratteristiche di Schelotto, Do Prado e Giaccherini. Il primo considerato l’erede naturale di Mauro German Camoranesi è sotto osservazione, sono numerosi i club di A che vogliono assicurarsi le prestazioni dell’italo-argentino, tra questi proprio la Juventus in cerca del sostituto del nazionale oriundo. Il brasiliano invece rappresenta il classico talento che avrebbe avuto una carriera importante alle spalle se solo avesse incontrato le persone giuste. Per Giaccherini, si potrebbe parlare della classica favola calcistica, da sempre di proprietà del Cesena, ma spesso in viaggio tra compagini di c2, trova finalmente fissa dimora con Bisoli che lo adotta lo scorso anno e gli affida la fascia sinistra. In mezzo due mastini come De Feudis e Segarelli a salvaguardia della porta custodita da Antonioli, stella di Milan, Bologna, Roma e Sampdoria, e della linea difensiva a 4 diretta da Piangerelli, ex mediano dei giallorossi, oggi trasformato di centrale o all’occorrenza esterno sinistro di difesa.
Una formazione che in casa ha ottenuto su 9 gare 1 sola sconfitta, alla prima giornata contro la Reggina, poi 5 vittorie e 3 pareggi con 5 reti subite, esattamente la metà del totale delle volte che Antonioli ha dovuto raccogliere la palla dal fondo del sacco. In attacco attenzione a Bucchi, assetato di gol e mai andato a rete contro il Lecce.

mercoledì 16 dicembre 2009

Punto sulla B

di Matteo Marchello

Con il posticipo di Lunedì sera tra Reggina e Tristina si chiude il 18simo turno del campionato di serie B; questo fine settimana ha sorriso alle inseguitrici del Lecce capolista, bloccato 0-0 dall'Ascoli, dato che Ancona, Sassuolo ed Empoli hanno rosicchiato due punti ai giallorossi, vincendo le rispettive sfide con Brescia, Torino e Vicenza.
La vittoria in casa dei granata ad opera del Sassuolo è sicuramente il risultato più significativo della settimana, dato che proietta gli emiliani al terzo posto solitario in graduatoria, ed ha acuito la crisi dei torinesi, costringendoli alla sesta sconfitta del torneo, addirittura la quarta in casa.
Il gol dello 0-1 firmato da Noselli, in dubbia posizione di fuorigioco, ha evidenziato le enormi lacune degli uomini di Beretta, peraltro già evidenziate nel precedente turno contro il Gallipoli, quando erano state mascherate dal bugiardo risultato positivo.
I granata, con un organico costruito per ammazzare il campionato ora sono mediocremente fermi all'ottavo posto, a ben 8 punti dal primo posto e a 5 di distanza dal Sassuolo, matricola terribile che si sta confermando agli ottimi livelli della stagione scorsa.
Dalla stagione scorsa ha completamente invertito il trend l'Ancona, che, dopo aver conservato la serie cadetta per una serie di episodi fortunosi negli ultimi secondi del campionato, al giorno d'oggi occupa la seconda piazza, ad un solo punto dalla prima, oramai con una certa regolarità, e sicuramente potrà dire la sua perlomeno per la lotta play-off.
Il Brescia, battuto al Conero 2-0 sta recitando il solito ruolo di promessa incompiuta come ormai da qualche anno a questa parte, e, sebbene sia partita tra le favorite, rimane nei bassifondi della classifica, in piena zona play-out senza alcuna ambizione o velleità di alta classifica.
Stessa sorte destinata alla Reggina: squadra dotata di un organico di livello superiore alla media, ma con classifica inversamente proporzionale alle sue doti tecniche, dopo un inizio da incubo sta invertendo la marcia dopo l'esonero di Novellino, e gli ultimi risultati, sebbene molto altalenanti, inducono il popolo reggino, tuttavia, ad un moderato ottimismo; la vittoria per 3-1 su una Triestina, oramai in caduta libera, sembra confermarlo.
Tra le squadre in lotta per la salvezza in questo turno di campionato era previsto lo scontro diretto tra Salernitana e Albinoleffe finito 1-1, che ha evidenziato una volta di più gli enormi limiti dei campani, per i quali la salvezza è sempre più una chimera, visto che la crisi coinvolge l'intera società, dai piani alti dirigenziali sino alla conduzione tecnica di mister Grassadonia, che definire confusionaria pare un eufemismo.
Molto importante è il pareggio esterno, del Mantova sul campo di un lanciatissimo Modena, che permette ai lombardi di muovere la classifica e guadagnare un punto rispetto a Cittadella (battuto 2-1 a Frosinone) e Piacenza, sconfitto 1-0 a Grosseto.

domenica 13 dicembre 2009

Lecce - Ascoli: l'opinione

di Vittorio Murra

Bisognava darsela una regolata. Anche perdere ogni tanto, per quanto già un pareggio può dare quelle mezze soddisfazioni ambo lati. Abbandonarsi all’idea di vivere un campionato di transizione dichiarata ufficialmente, così che qualche affannone, che magari diffonde l’idea del campionato da vincere a mani basse, abbia la possibilità di riporre l’abbaco col quale puntualmente fa i conti in tasca al Lecce e a De Canio, per perorare la tesi secondo cui squadra che vince è volontà piena di un santone passato di qui qualche mese addietro. Proseliti: zero. Anzi, per la verità qualche seguace il nostro brigatore l’ha pure lasciato, bontà sua. Un pareggio che pertanto fa contento chi non gioiva dalla trasferta persa a Brescia, e che espone quindi il Lecce alle critiche assurde di chi non aspettava altro che un passo falso dei giallorossi. E non è certo una gara da incorniciare quella che confeziona il Lecce per i suoi tifosi nell’ultima gara al "Via del Mare" prima degli auguri di Natale. Scende in campo la squadra che più ha dato soddisfazioni con Defendi a supporto di Corvia e Marilungo, Vives, Edinho e Giacomazzi in mezzo al campo. Confermato Fabiano al centro della difesa con Schiavi.Il primo tempo trascorre senza suscitare particolari emozioni, un colpo di testa annullato per fuori gioco ed una simulazione ai danni di Vives fischiata abbastanza generosamente, le uniche note.

Il Lecce si propone con una certa frequenza dalle parti di Frezzolini, nonostante i 10 uomini presentati da Pillon dietro la linea della palla, senza però impensierirlo. Nel secondo tempo De Canio prova a ridare forma ai giallorossi, complice l’espulsione del numero 20 campano, inserendo Munari per Marilungo nel tentativo di giocarsi la partita in contropiede. L’Ascoli da parte sua gioca una gara abbastanza ordinata, galvanizzata anche dalla superiorità numerica, che il Lecce riesce però a controllare senza particolari affanni. I novanta minuti trascorrono così, sotto una pioggia battente che prova a smacchiare il miglior attacco del campionato, senza però riuscirci del tutto: i giallorossi a secco contro i bianconeri sono ancora primi in questa speciale classifica.Una eccessiva lentezza in mezzo al campo non ha consentito al Lecce di fare il colpaccio nonostante le avversità, nonostante il cafarnao presente sul terreno di gioco, frutto di discutibili scelte del direttore di gara.Ecco allora che la settimana che porta alla gara contro il Cesena si colorerà col senapista di turno che farà comunque da sfondo al primo piano di un Lecce formato capolista, peccato però che il ricoglitore in questione uscirà sfocato nell’inquadratura.

sabato 12 dicembre 2009

Lecce: contro l'Ascoli bicchiere mezzo

di Matteo Marchello

Poteva essere la partita della prima vera fuga della serie B di quest'anno, il Lecce aveva, infatti, la ghiottissima occasione di battere un Ascoli relegato nelle ultime posizioni di classifica e lasciare invariato il distacco sulle inseguitrici.
Ed invece allo stadio Via del Mare è sceso in campo il Lecce che non ti aspetti: lento, macchinoso e prevedibile che un Ascoli tutt'altro che trascendentale ha saputo imbrigliare senza correre particolari pericoli, anzi creando più occasioni per segnare degli avversari nonostante la posizione in graduatoria e la vittoria che manca agli ascolani dalla 5° di campionato, ovvero da più tre mesi fa.
I giallorossi infatti scendevano in campo nella formazione tipo con Corvia preferito a Baclet, Edinho a Munari e Defendi in campo dal primo minuto nonostante le ultime opache prestazioni; Bepi Pillon rispondeva tenendo in panchina un bomber navigato come Bernacci preferendogli la coppia Antenucci-Lupoli.
Escluse due belle parate di Rosati il primo tempo scorreva verso gli spogliatoi noiosamente, fino a quando Vives veniva espulso per una simulazione in aria di rigore avversaria allo scadere.
La seconda frazione iniziava con la sostituzione di Marilungo, autore di una discreta partita fino ad allora, da parte di Munari, con il chiaro intento di rinfoltire la linea mediana priva del centrocampista campano e con l' espulsione del mister De Canio, colpevole di aver rivolto parole ingiuriose al direttore di gara.
La superiorità numerica dava grande entusiasmo ai bianconeri che premevano sull'acceleratore in cerca di una vittoria insperata alla vigilia, tuttavia l'uomo in più non aggiunge valori tecnici che non si posseggono e dunque la porta di Rosati rimaneva inviolata fino al triplice fischio arbitrale, anche grazie i meriti dell'estremo difensore giallorosso che appare nettamente trasformato dalle prime apparizioni stagionali.
Resta il dubbio per alcuni fattori che hanno condizionato la partita: ad esempio tutti i tifosi giallorossi si sono chiesti il motivo della sceneggiata di Vives, che gli ha causato la seconda ammonizione, dopo aver saltato il suo marcatore ed essersi liberato davanti alla porta; probabilmente un tiro diretto verso il portiere avversario sarebbe stato più efficace di uno svenimento di tale teatralità, ed anche le successive polemiche con la terna arbitrale sembrano più dettate dal pentimento che dal senso di ingiustizia, dato che il rigore sarebbe stato un regalo eccessivo anche in questo periodo natalizio.
Nonostante il suicidio sportivo di Vives, neppure De Canio è esente da colpe: meriterebbe una spiegazione la scelta di sostituire Marilungo con Munari in luogo di uno spento Defendi, in netta involuzione rispetto alla prime partita del campionato. Il mister materano, una volta rimasto in 10 ha oggi dimostrato di accontentarsi, saggiamente, del pareggio anche nel finale, inserendo un esterno difensivo come Terranova per il già citato Defendi, ed è stato premiato dalla scarsa mira ascolana e dalla giornata particolarmente ispirata di Rosati, che verrà ricordato inevitabilmente come il migliore in campo del match odierno.
Segnali positivi per il proseguo del campionato lasciano ben sperare il popolo salentino: innanzitutto la capacità di rimanere imbattuti anche in una giornata poco brillante mantenendo la porta inviolata e la prestazione del capitano Giacomazzi, costretto ad uscire dal campo in barella per via di un affaticamento muscolare dopo aver corso per sé e per Edinho, sempre più oggetto misterioso della squadra.
Grazie al punto conquistato i salentini conservano per un'altra settimana la vetta solitaria della Serie B nonostante la vittoria dell'Ancona, prima diretta inseguitrice; l'Ascoli, invece, muove la classifica, cosciente che per tornare alla vittoria sarà necessaria maggiore incisività e maggiore fortuna rispetto a quella dimostrata oggi al Via del Mare.

Lecce - Ascoli: ci siamo

Oggi il Lecce è impegnato al "via del Mare" contro un Ascoli in piena crisi ed in ritiro a Lecce già da inizio settimana.
Difficile prevedere la formazione, mister De Canio come al solito aspetta l'ultima mezzora prima della gara per decidere.
Ultima partita da gustare in casa, poi il Cesena in trasferta e i doni da scartare.
La storia parla di una leggera supremazia giallorossa sul picchio. Arbitra Gervasoni di Mantova.

venerdì 11 dicembre 2009

Lecce - Ascoli: la vigilia

Dopo una partenza sprint fatta di 7 partite senza sconfitte, che l’aveva portato ad accarezzare il primato, l’Ascoli sta attraversando un periodo di appannamento. Nelle ultime 10 gare i bianconeri hanno collezionato 8 sconfitte e 2 pareggi. L’ultima partita da 3 punti è quella del 18 settembre contro il Brescia, da molti additata come la partita perfetta della squadra del presidente Benigni. Poi una volta caduta l’imbattibilità stagionale la squadra è entrata in un tunnel dal quale non è più uscita e che l’ha portata a subire 4 sconfitte consecutive, superando il record delle 3 sconfitte proprio con la partita contro la Reggina, a causa di un episodio di dubbio fair play.
Il tecnico, Alessandro Pane, in estate uno dei papabili per la poltrona del Lecce, dopo diversi esperimenti testati in ritiro, ha deciso di dare fiducia al 4-4-2, un sistema di gioco che gli ha consentito di sfruttare al meglio le caratteristiche del parco giocatori a sua disposizione. Un modulo che è stato costretto a cambiare solo nella partita di Brescia ma che gli ha consentito di vincere la gara, e che ha modificato nella partita contro il Sassuolo, gara però perduta malamente per 5 a 1 dinanzi al suo pubblico. Da questo momento in poi il “picchio” ha snaturato il suo gioco ed i risultati non gli hanno più dato ragione.
Il reparto più debole sembra essere proprio la difesa, come già Pane aveva fatto notare ai suoi dirigenti in fase di mercato, che rispondono con Portin e Silvestri. Una difesa che ha retto bene all’inizio ma poi è appunto crollata contro il Sassuolo. Da allora un misto di problemi tecnici e psicologici hanno letteralmente messo a terra un intero reparto, probabilmente poco supportato da un centrocampo incapace di fare un adeguato filtro, o da alchimie tattiche non assimilate, come il rombo a centrocampo. Sotto accusa c’è anche il portiere Frezzolini, incapace di interpretare il ruolo in chiave moderna, cioè da libero dietro una difesa alta. Un reparto comunque falcidiato dalla partenza di Pesce, sulla cui fascia sinistra Pane si è inventato dapprima un Giorgi titolare che non ha dato comunque l’apporto sperato. In attacco è pesantissima l’assenza dell’infortunato Romeo che incide non poco sulla fase realizzativa della squadra. In questo senso nemmeno il direttore di gara ha potuto dare una mano, dato che per le punizioni si nota l’assenza di uno specialista, mentre per i rigori c’è da mettersi le mani fra i capelli: l’Ascoli infatti primeggia per gli errori dal dischetto, nonostante l’alternanza dei tiratori.
È cambiato poco da quando Bepi Pillon, ha preso in mano la situazione, per lo meno non dal punto di vista dei risultati, quelli continuano a mancare. A Piacenza e contro la Reggina conferma il 4-4-2 di Pane col centrocampo in linea per non stravolgere la squadra. Per uscire da dalla zona retrocessione, serve ben altro, un Lecce lanciatissimo è però il cliente più scomodo per fare esperimenti.

Riprendiamo

C'eravamo lasciati all'esonero/allontanamento di Angelozzi, poi una lunga pausa del blog come a voler sottolineare col silenzio questa grandiosa scelta dell'US Lecce.
Oggi si ricomincia.

lunedì 14 settembre 2009

L'addio più dolce

Arriva la notizia che il popolo giallorosso aspettava da tempo: esonerato Guido Angelozzi. Per la verità il sito ufficiale comunica, nello specifico, che sono state ritirate le deleghe operative; che sarebbe come avere uno chef senza la cucina, o il pilota senza l’automobile. In sostanza è stato reso inoffensivo. Ricordiamo che negli anni in cui ha operato a Lecce ci sono state troppe operazioni in chiaroscuro, molti calciatori acquistati non avevano il famoso “piedi grill”, e molti, moltissimi soldi sono stati sperperati soprattutto nell’anno di Papadopulo. Un direttore sportivo che era solito farsi le vacanze durante il periodo di mercato (come da sue dichiarazioni). Insomma operazioni e comportamenti che hanno reso la figura del diesse di Catania, invisa al tifo locale, tanto da chiederne ormai da tempo la “testa”. In giornata si svolgerà la conferenza stampa che chiarirà meglio la posizione di De Canio e dei suoi collaboratori all’interno del mercato ed eventualmente la notizia dell’arrivo di un nuovo direttore sportivo nel Salento. Noi ce lo ricorderemo, almeno fino alla fine dell’anno, perché andandosene ci ha lasciato l’ultimo dei suoi ricordi: Digao.

GIUBILO

Il blog è in festa, i forum, le piazze, le case, ed ognuno di noi in un piccolo angolo di cuore, ha una festa, un party, un rave... Esonerato Guido Angelozzi, anzi REVOCA delle deleghe, che è peggio e descrive perfettamente il personaggio, meritandosi proprio la fine più degradante che meritava.

Gioite, amici miei, gioite. Mai giorno fu più godurioso. OBIETTIVO RAGGIUNTO

mercoledì 9 settembre 2009

Settimana di lavoro tattico

Sveglia puntata a mezzogiorno perché oggi i giallorossi hanno l’appuntamento a Calimera alle ore 15. De Canio ha già affrontato nella seduta di lunedì la questione relativa agli orrori tattici intravisti contro il Frosinone. Oggi probabilmente la seduta si incentrerà su qualche esercizio difensivo ed offensivo da ripetere poi in partita, possibilmente senza sbavature. Andare in gol per la squadra del tecnico lucano non è un problema. Da Costa, Puggioni e Sicignano hanno visto più il giallorosso che il colore della maglia dei compagni, pali e tiri fuori inclusi. Il problema resta sempre la fase difensiva, come già lo era la passata stagione. Il dubbio, avendo ora cambiato i tre quarti della difesa, è che il difetto sia congenito. De Canio dovrà lavorare molto per ovviare alla permeabilità della sua difesa, oppure per rendere più cinico un attacco che spreca troppo. Farne uno più degli altri è sempre meglio che prenderne uno di meno.
Per la partita contro il Modena De Canio avrà a disposizione l’intera rosa, compreso Marilungo di rientro dall’impegno nazionale. È tornato in gruppo Vives, mentre dubbi permangono sul rientro di Edinho. Giuliatto e Diarra invece ne avranno per qualche giorno. Per gli allenamenti invece, si farà ancora a meno di Mazzotta, convocato per uno stage Under 20 e di rientro solo giovedì mattina. Una situazione che comunque consentirà al mister di poter lavorare meglio al 442 eliminando così il problema del trequartista e aumentando concretamente le possibilità di andare a rete. Si tratta comunque di un modulo che è nelle corde dell’allenatore salentino e che probabilmente meglio si adatta ad alcuni calciatori.
Il gap da colmare rispetto al Frosinone, a soli 6 punti di distanza, è solo emotivo. C’è tempo infatti per riprendere le redini del campionato, oggi quello che conta è convincersi di essere forti e dimostrarlo sul campo.

domenica 6 settembre 2009

Moriero non perde la testa, De Canio si

Sensazioni contrastanti. Una squadra che colpisce 3-4 legni, segna, seppur in fuorigioco millimetrico, spara un paio di volte sul portiere, e spreca in definitiva una infinità di azioni da rete è una squadra che merita di uscire fra gli applausi del proprio pubblico. Il conflitto emotivo pone questa premessa come base, ma poi sulla superficie si poggia una piramide di errori grossolani che condannano per la seconda volta consecutiva Giacomazzi e compagni. Rosati ormai è diventata una comica. Sul finire gli applausi ironici ed i commenti scherzosi si sprecavano. Gli avversari hanno studiato il modo di superarlo, basta prendere lo specchio della porta. Era difficile da intuire, ma c’era nell’aria il sentore che qualcuno potesse scoprirlo. Purtroppo è accaduto. La voragine aperta al centro della difesa è da Guinness dei primati. Dire che in mezzo a quei due - Fabiano e Schiavi per la precisione – passa di tutto può sembrare anche riduttivo. Quello che non passa lo fanno passare, per educazione. Come il liscio di Schiavi dopo i primi minuti di gara, che ha favorito il colpo di testa dell’avversario ed il successivo intervento di Rosati, che nel frattempo aveva dimenticato di essere il portiere titolare del Lecce, altrimenti non l’avrebbe parata. Per coerenza. Ma anche De Canio ci mette del suo per ravvivare la partita. Propone Mesbah in difesa e Lepore sulla fascia sinistra. Si accorge dell’errore colossale e li cambia nel secondo tempo, nel tentativo di risollevare le sorti di una gara già persa alla consegna delle formazioni al direttore di gara. Solo che il Frosinone non è il Vico Equense, i gol amano farli, non subirli. Angelo non si è capito perché sono tre partite che gioca titolare. Forse è lui che porta il pallone. L’atteggiamento assolutamente superficiale di Fabiano è da capire. Solo lo scorso anno ha vinto la Champion’s League alla console, magari si aspettava qualcosa in più da questo mercato. Ma Angelozzi era super impegnato, agenda piena e cellulare sempre a squillare, non avrà sicuramente avuto il tempo di chiamare gli amici del Real o del Manchester. Gli unici che si distinguono sono Defendi e Baclet, ma qualcuno per sbaglio ci capita sempre in una formazione. Su Bryan si potrebbe dire tutto ed il contrario. Lui non ha colpe. Un calciatore in quelle pietose condizioni fisiche, non andava acquistato, ma soprattutto non andava portato in panchina e messo in campo. Passa anche da qui il “progetto Lecce”?

venerdì 4 settembre 2009

Il progetto riguarda anche il settore giovanile

Da quando De Canio ha messo nero su bianco non si fa altro che parlare di "progetto Lecce", di acquisti o cessioni, di calciatori di valore o di scarti da magazzino, di prestiti secchi o con opzioni varie. Ma la prima squadra, per quanto possa sembrare strano, non è altro che la fase terminale di un programma ben più ampio che prevede il completo rifacimento del settore giovanile scassato da un direttore sportivo in partenza e poi dai suoi successori non propriamente all'altezza della situazione. Sono stati innestati dei nuovi calciatori nella "Primavera-prestiti" che tanto aveva fatto ridere i leccesi la scorsa stagione, fra le gag di Ireneu e le imbarazzanti prestazioni di Mihoubi, incapace di figurare anche fra i neo-patentati, ma innesti ci sono stati anche in tutte le categorie inferiori del settore. Così oggi abbiamo Andrea Zelletti, proveniente dagli allievi regionali del Taranto; Antonio Crescente, dal Barletta; Antonio Lombardi, dalla Juventus San Michele (Foggia) e tanti altri acquisti. Avete letto bene, di acquisti si tratta, non di prestiti. Il nuovo responsabile del settore giovanile, Roberto Alberti, ha il malcostume di muoversi e di andare a vedere le partite degli altri. È vero, pare brutto, ma poi alla lunga paga.

Ne sbagli uno, ne sbagli due, ma il terzo lo becchi e ti fa felice una società e una tifoseria intera. Ma poi Vincenzo Mazzeo alla guida della Primavera ti cambia già la giornata. Non deve far finta di essere felice di vivere nel capoluogo sperduto del sud Italia, e soprattutto non deve far finta di lavorare. Tra l'altro se le cose non vanno bene i rimbrotti in dialetto li capisce pure, e magari non si offende. Lavorare per la propria terra è quello che sognano anche Moriero e Petrachi. Con loro la fortuna è stata cieca in ogni senso, perché li ha fatti diventare grandi, ma colpevoli per questo di non poter lavorare a due passi da casa. Sono profeti in patria, ma non per questo meno bravi, i vari Maragliulo, Renna Luperto, e tutto il resto dello staff che ruota intorno a questa pianificazione. Non è solo lavoro sul campo quindi, ma anche una fitta rete di contatti con scuole calcio locali (tra cui San Pietro Vernotico e Otranto, ma se ne apriranno altri), di osservatori che si muovono, girano, visionano e comprano. E pazienza se alla fine di tutto questo resterà solo un mucchio di soldi spesi, almeno si potrà raccontare di aver girato per lo Stivale in cerca di un talento. Si possono cercare anche tra un banchetto e l'altro, ma ci abbiamo provato per un paio d'anni e non pare sia andata bene.

giovedì 3 settembre 2009

Moriero non vuol perdere la testa

Misurare le ambizioni del Lecce e mantenere la testa del campionato. È con questo spirito che il Frosinone di mister Moriero si appresta ad affrontare il terzo turno del campionato cadetto. Ci proveranno i gialloazzurri a sfidare al "Via del Mare" gli undici di De Canio, dopo la scorribanda di Salerno e la facile pratica interna contro il Mantova. Ha perso la sfida di mercato su Corvia, ma la società del presidente Maurizio Stirpe non sarà altrettanto arrendevole in campionato, dove il diktat per i ciociari sarà quello di strappare punti preziosi per la corsa alla serie A. Sbaragliando magari quella che è considerata una legittima pretendente alla A, ma di fatto un'altra dichiarata out-sider. "Non guardo mai come giocano gli altri, noi giochiamo ed imponiamo il nostro gioco. Cerchiamo di divertirci e di far divertire. Basta tatticismi", chiudete gli occhi e davanti a voi apparirà l'immagine del Maestro Zdenek Zeman, riapriteli e avrete davanti Checco Moriero, il nuovo che avanza. Le sue squadre si basano sulla corsa e sul gioco arioso, il modulo di base? Il 4-2-3-1 che tanto va di moda. Sarà il salentino che sognava di allenare il Lecce quindi a provare a violare il tempio del calcio leccese, da parte loro i giallorossi proveranno a fare bottino pieno.

Un po' perché la sconfitta contro il Piacenza grida vendetta, un po' perché in casa bisogna fare la voce grossa e tutelare punti e spettacolo che mancano ormai da quell'impianto sportivo da troppo tempo. Sarà la partita dell'ex Sicignano, che torna a difendere le due porte leccesi dopo aver interrotto bruscamente la sua avventura in serie A nella stagione 2005/2006. Ci sarà inevitabilmente il confronto con l'attuale portiere del Lecce, quell'Antonio Rosati fresco di conferma da parte del presidente Semeraro, e chissà che non possa ringraziare immediatamente la dirigenza attraverso una prestazione super. A centrocampo Biso, Caremi e Basha proveranno a mettere sotto scacco Giacomazzi ed Edinho, definito da molti uno dei migliori centrocampi cadetti. Attenzione allo svizzero in fase offensiva, già autore di un gol. In avanti invece Mazzeo e Santoruvo metteranno apprensione a Fabiano e compagni, con la punta barese vogliosa di dare un dispiacere al Lecce per un derby tutto personale. Una gara importante che Moriero non vuole assolutamente perdere, perché da professionista non si farà mettere sotto dall'amore spassionato per la sua terra, che non perde occasione di ricordare. Un "abbraccio" con tutto lo stadio prima della partita, e poi ognuno penserà ai tre punti.

martedì 1 settembre 2009

Mercato chiuso

Che piaccia o no è Digao l'elemento di chiusura del mercato giallorosso. Con questo tassello si completa l'organico, costruito in piena sintonia con l'allenatore, così come ci è stato assicurato dalla dirigenza salentina. Una squadra puntellata in ogni zona del campo con elementi di prospettiva e dall'enorme potenziale, ma che contemporaneamente hanno permesso di svecchiare la rosa e di alleggerire le casse societarie dagli ingaggi che, nel complesso, rappresentano ancora una voce piuttosto onerosa. Non ci sono state novità importanti in porta. I pali continueranno ad essere protetti da Rosati per i prossimi mesi, almeno fino a Gennaio quando, alla riapertura del mercato, si deciderà se intervenire o meno per sostituire il gigante di Tivoli. Questo è il suo anno. All'estremo difensore sono stati consegnati i guantoni del numero uno. Piena fiducia da parte della società, nonostante prove un po' incerte nelle gare di Coppa Italia e campionato. Il suo sarebbe un problema psicologico, superabile magari dalla certezza che, col mercato chiuso, dietro di lui ci sarà soltanto Petrachi ad insidiargli il posto. In difesa confermati Fabiano - rifiutate offerte dalla serie A - e Giuliatto - ancora convalescente - e promosso Schiavi al centro della difesa. Preso sul finire Manuel Belleri, esterno destro 32enne, in sostituzione del partente Polenghi (al Sassuolo). Di certo non un calciatore di prospettiva, ma le condizioni - arriva a parametro zero - e le opportunità - esterno di ruolo capace di dare sicurezza al reparto - hanno convinto De Canio della bontà dell'operazione. È comunque un calciatore che non gioca titolare da un bel po' di tempo, è quindi da valutare il suo rendimento. A completare il reparto ci sono Terranova e Ingrosso che sono due difensori abbastanza duttili, centrali ma capaci di adattarsi sulle corsie esterne, Mazzotta esterno sinistro ex capitano della Primavera rosanero, ed il tanto vituperato Digao, che però arriva a costo zero. Pare infatti che prestito e stipendio siano completamente a carico dell'AC Milan. Magari non darà una grossa mano in difesa ma per lo meno non sgonfia il portafoglio... A centrocampo si resiste alle numerose offerte piovute per Edinho - Palmeiras, Palermo e Fiorentina - per non privare la squadra di una colonna portante nella zona nevralgica, che non farà a meno nemmeno del capitano Giacomazzi. Dietro di loro Vives, oggi impiegato da trequartista, ma solo per necessità, e Diarra. Più defilato Cristian Agnelli, che rifiuta il prestito in Lega Pro e potrà quindi giocarsi le sue carte almeno fino a gennaio.

Comunque il suo contratto è in scadenza a giugno 2010. In avanti De Canio ha l'imbarazzo della scelta. Defendi esterno destro e sinistro, anche mezzapunta in caso di necessità estrema, con Mesbah e Angelo che, rispettivamente a sinistra e a destra, possono agire sia sulla trequarti sia come fluidificanti in difesa; il leccese Lepore che può agire sul tutto il fronte offensivo sia da ala, sia da trequartista sia da mezzapunta; lo stesso discorso vale per Bryan Bergougnoux che viene a Lecce su indicazione del mister lucano. Infine i tre bomber. Baclet che fino ad ora è andato al di là di ogni rosea aspettativa: il francese ha il tocco, la classe ed il fiuto dell'attaccante di razza. E pazienza se quello di prima punta non è il suo ruolo. Poi Marilungo. Arriva "solo" in prestito, a dimostrazione del valore assoluto della punta blucerchiata. Voluto insistentemente dal mister insieme a Corvia, come elemento più esperto del reparto avanzato. Tra l'altro arriva la smentita dalla società riguardo il costo del suo cartellino: pare infatti che l'operazione Corvia abbia avuto un costo assolutamente sostenibile e assai minore, per fare un esempio, di quanto sarebbe stato necessario per acquistare il marocchino Arma. Nel complesso la squadra sembra abbastanza coperta in tutti i reparti. Nessuna falla da tamponare con uomini d'emergenza. Magari sulla carta non ha molti fans, ma sul campo ha poi tutto un altro impatto. L'impianto di gioco, certo da rodare, e i movimenti in fase offensiva a vantaggio delle punte, offrono una lucida speranza di ottenere risultati positivi e duraturi nel tempo. Anche la sconfitta contro il Piacenza, frutto di tre ingenuità del portiere e del reparto difensivo, ha permesso di giudicare positiva la prova dei salentini. Qualcosa in più forse si poteva fare in difesa, consegnando magari a Fabiano un compagno di reparto meno impacciato di Schiavi. Tuttavia non bisogna dimenticare che solo tre mesi fa questa squadra aveva un'età media di poco superiore ai 30 anni, era composta da una trentina di calciatori tutti poco appetibili. A testimonianza di quanto appena detto v'è il prezzo fissato da Angelozzi per la loro cessione, il più delle volte inferiore alla metà del loro prezzo di acquisto. Quindi non un mercato semplice per chi storicamente ha sempre avuto difficoltà nelle trattative. Il livello della rosa sembra essere abbastanza competitivo da poter puntare per lo meno ai play off, con la certezza di un mercato riparatore ancora da affrontare, e con la speranza che nel frattempo Rosati custodisca gelosamente la rete alle sue spalle.

lunedì 31 agosto 2009

Quale progetto?

Ci avevano detto che, secondo il famoso "progetto", De Canio avrebbe scelto personalmente la rosa a sua disposizione. Che mai e poi mai sarebbero stati acquistati giocatori non graditi allo staff tecnico e che se mai un'operazione del genere si fosse concretizzata, il presidente Semeraro avrebbe certamente "cazziato" - parole sue - direttore sportivo e allenatore, perché è così che avrebbe fatto in passato se fosse stato al corrente di alcune trattative che non erano state gradite a Beretta. Ed invece non è cambiato niente. Clientelismo era e clientelismo è rimasto. E De Canio, che di Ferguson ha solo l'aplomb - perché, com'è noto, il manager dei diavoli rossi non si serve del direttore sportivo per condurre il mercato - è costretto a lavorare di fantasia quando Angelozzi se ne sta "in vacanza" - parole dello stesso diesse - durante il calciomercato; e, alla fine delle trattative, a lavorare con calciatori scelti da altri: come Corvia e Digao, due autentiche perle di questo calciomercato estivo che hanno inaugurato il "progetto". Daniele Corvia arriva dopo un lungo corteggiamento che vedeva come oggetto dei desideri Rachid Arma, attaccante della Spal valutato circa 1,2 milioni. Era l'attaccante marocchino il terminale offensivo ideale per la formazione di De Canio, ma per tutta risposta è arrivato Corvia, uno strano ritorno nel Salento per la punta senese. Costo stimato dell'operazione (che però non trova ancora riscontri ufficiali): 1,8 milioni di euro per l'intero cartellino. Con Mesbah - costato però quattro soldi - Corvia è l'unico calciatore a godere da parte della dirigenza leccese di tale fiducia da acquistare (e non a saldo!) il suo intero cartellino, pur non trattandosi di una delle "prime scelte" dell'allenatore-manager che dovrebbe avere la parola finale su ogni acquisto.

De Canio non lo sapeva a cosa andava incontro quando ha accettato in estate il Lecce ed il suo quasi-progetto. Il suo arrivo in giallorosso la scorsa stagione è avvenuto a mercato ormai concluso, che vuol dire non aver saggiato i poteri ancestrali di un diesse incapace di condurre una campagna acquisti priva di ombre e sospetti. E infatti l'attività prevalente di Angelozzi a Lecce sembra quella di rimettere in piedi tutti i rapporti di "collaborazione" interrotti in passato. Così dopo aver fatto pace coi Pozzo e con Paolillo, dopo aver accontentato Papadopulo, la Roma, e la Fiorentina di Corvino, è arrivato il momento di ingraziarsi Braida e Bosco Leite in un colpo solo. Al primo, dirigente del Milan, fa infatti piacere liberarsi, seppur in prestito e per un solo anno, dello stipendio che deve corrispondere a Digao - fratello minore del più celebre Ricardo Kakà - un giocatore che nella scorsa stagione ha fatto registrare una sola presenza (di 2 minuti!) nello Standard Liegi, dopo sei mesi di stop per l'intervento chirurgico che gli ha ricostruito i legamenti del ginocchio. Il secondo invece, che è il padre-procuratore del difensore, gradisce l'opportunità che viene concessa al figlio minore dopo lo sgarbo che il diesse catanese gli ha fatto qualche mese fa, in occasione del matrimonio di Kakà celebrato in Brasile. Pare che infatti Angelozzi, nonostante l'invito ufficiale dell'amico Bosco Leite, non si sia presentato alla cerimonia, perché contestuale alla conclusione della trattativa per Edinho. Questo sgarbo personale non è andato giù a Bosco Leite. Ecco allora che Digao - rifiutato qualche giorno fa dal Friburgo, che gli aveva fatto un provino - arriva in giallorosso. Brutto errore aver pensato di evitare col matrimonio anche il regalo nuziale: stando al palmares del brasiliano, era meglio sobbarcarsi le spese di una bella tv al plasma.

Ultime di mercato

Ultime ore di mercato. Alle 19 si chiude finalmente una tre mesi di ansie e preoccupazioni. Il Lecce esce ridimensionato, non tantissimo per la verità, da una fitta ma lenta rete di operazioni. Via Benussi, Polenghi, Stendardo, Antunes, Basta, Caserta, Ariatti, Papadopulos, Papa Waigo, Tiribocchi, Castillo e dentro Terranova, Mazzotta, Bergougnoux, Marilungo, Lepore, Corvia, Mesbah, Baclet, Defendi e Trazzi. In attesa degli ultimi colpi in uscita, probabilmente Diamoutene al Bari, Agnelli e Triarico, forse Edinho; ed in entrata, un fluidificante destro - si parla insistentemente di Belleri, più motivato rispetto a Ferri, ma anche di Antonazzi - e Digao, ennesimo affare "angelozziano" (ma di questo eventualmente se ne parlerà a contratto firmato...), magari Fiore o Arma ed un portiere. Uno svecchiamento radicale ed un ridimensionamento di aspettative e monte ingaggi notevole. Con la saggia partecipazione al mercato di De Canio si è riusciti a mettere in piedi una formazione giovane e degna di un campionato di serie B.

Grazie anche a un logico intervento sul piano tecnico-tattico, la squadra dimostra di avere tutte le potenzialità per poter competere per le zone alte della classifica. L'operazione che porta il maliano Diamoutene al Bari è ormai in dirittura d'arrivo. Il forte centrale africano sarà probabilmente sostituito da Digao, come detto, senza dimenticare Terranova e Ingrosso già presenti nella rosa. Problematico sarà invece rimpiazzare, non solo numericamente, ma anche tecnicamente, la partenza di Edinho. Il brasiliano è legato alla possibile partenza di Kuzmanovic dalla Fiorentina. Corvino in queste ore starebbe pensando di ovviare alla probabile squalifica di Mutu con Pandev - il macedone è stato messo in tribuna da Lotito a causa di problemi legati al contratto - magari attraverso lo scambio tra i due, dato che anche Lotito gradisce la soluzione proposta. Da verificare invece la possibilità di acquisire un portiere più esperto. Le ultime tre uscite ufficiali di Rosati non promettono bene per il futuro, ma la società pare convinta di dare un'ultima chance all'estremo difensore laziale.

lunedì 17 agosto 2009

Samp-Lecce un abisso: ma i giallorossi ci sono


Un Lecce privo dei "dissidenti" Polenghi e Cacia (sul finire della partita, dopo aver effettuato inutilmente il riscaldamento, dietro la panchina) impatta violentemente dinanzi ad una Sampdoria in formato campionato. Niente a che vedere con la vecchia Samp di Mazzarri, quella di mister Del Neri corre, inventa e realizza con una puntualità invidiabile.Non è una disfatta però per i giallorossi che per tutta la partita, e specialmente nel primo tempo, tengono il pallino del gioco e vengono fermati solo da una scarsa vena realizzativa di punte e centrocampisti. Una incertezza di Rosati all'8' condanna la squadra di De Canio al primo vero affondo dei blucerchiati, che vanno subito a segno con un diagonale di Pazzini. Il portiere leccese sfiora ma nulla può. Il Lecce continua a macinare gioco e sfiora il pareggio all'11', ma Vives - servito da Baclet - spara verso l’esterno, direzione "etichettificio".La gara è ricca di cambi di gioco e iniziative. Al 17' Vives si avventura in un dribbling non troppo fortunato; sul capovolgimento di fronte Mannini, liberatosi di Diamoutene, cerca di superare Rosati con un pallonetto, ma spedisce direttamente fuori. Appena due minuti più tardi è Defendi a tracciare un terra-aria in direzione di Castellazzi, ma il portiere, 34 anni, riesce ad annullare. L’occasione successiva è ancora del Lecce, su suggerimento di Angelo, Baclet incorna ma il solito Castellazzi è attento. Al 31' Rosati manda in angolo un tiro-cross di Cassano. Sugli sviluppi del corner arriva il 2-0, con un colpo di tacco dell'attaccante barese spalle alla porta. Passa soltanto qualche secondo e arriva il tris confezionato dal terzetto Cassano-Mannini-Pazzini, con quest’ultimo a concludere l’azione.Al 35' Baclet cerca inutilmente di rimettere il Lecce in carreggiata. Prima del fischio finale è ancora il Lecce, sul corner, a sfiorare il gol.

I giallorossi rientrano dagli spogliatoi e sono addirittura più pericolosi di prima ma, mentre tutte le azioni dei giallorossi sfumano, l'unica azione degna di nota della Sampdoria, al 60', si trasforma in gol. Cassano riesce, dove Mannini ha sbagliato, pallonetto a Rosati e pesante 4-0.Solo al 72' i giallorossi si ricordano che nel calcio bisogna mettere la palla alle spalle del portiere, possibilmente in rete. Mazzotta (buono l’esordio) lancia in profondità Baclet, quest'ultimo smarca Defendi che realizza la sua prima marcatura ufficiale. Passano appena due minuti ed un fallo di Angelo in area (ultimo uomo), costringe il Lecce a finire la gara in dieci uomini. Rigore ed espulsione. Palombo dal dischetto non sbaglia e sigla il 5-1.Anche Vives ricorda di essere un calciatore, qualche minuto più tardi si inventa un diagonale che batte Castellazzi, e riporta il Lecce ad uno scarto di tre gol.Altre occasioni giallorosse, ma è della Samp l’ultima parola. Padalino in gol e fischio finale. Il 6-2 finale richiama, di questi tempi, il classico punteggio tennistico, opera e virtù della salentina Flavia Pennetta, ma non lascia l’amaro in bocca al tifoso giallorosso. Troppo ampio lo scarto fra due squadre che hanno giocato quasi alla pari. Da una parte la Sampdoria dei Cassano e dei Pazzini, che hanno semplicemente messo sul tavolo la loro classe, da sola sufficiente a frenare un Lecce che invece è più squadra e meno individualità. I cambi di campo, i fraseggi in velocità, gli spunti e le doti dei nuovi lasciano ben sperare per il campionato. Sicuramente non ci sarà un Cassano, una Sampdoria o un Del Neri a mettere i bastoni fra le ruote ai giallorossi di serie B. Qualche piccolo ritocco in difesa, qualche innesto ancora in mezzo al campo – anche in vista delle partenze eccellenti – e poi ancora un piccolo sforzo in attacco per rendere questa squadra ancora più competitiva. Il progetto di De Canio parte bene.

lunedì 10 agosto 2009

Mercato: Lecce sotto i riflettori

Lillo Foti è a Lecce per convincere i Templari a lasciar partire Daniele Cacia, il bomber che ha tutto da dimostrare. La Reggina vorrebbe completare il suo parco attaccanti proprio col giocatore calabrese, che andrebbe a far coppia con Bonazzoli, fresco di serie A. La trattativa è complessa, perché la punta non può essere ceduta ad un terzo club in questa stagione, e dato l'investimento fatto su di lui, privarsene a cuor leggero non è facile. Il Lecce vorrebbe ricavarci qualcosa. Foti però fino ad ora si è sempre rifiutato di pagare il prestito del calciatore, esigendone le prestazioni a titolo gratuito. Il fatto stesso che Foti sia personalmente arrivato nel Salento apre però uno scenario abbastanza ampio. Il discorso potrebbe prendere una piega diversa a seconda che il presidente reggino abbia deciso di pagare il prestito oppure abbia deciso di scambiare Cacia con un suo calciatore in esubero.

Magari quello stesso Brienza che a Reggio Calabria non ha voglia di metterci piede. Un calciatore che può agire da seconda punta o trequartista e che quindi potrebbe essere la chiave di volta di questa situazione. Intanto Mazzotta, l'ex capitano della primavera del Palermo, arriva a Lecce con la formula del prestito con diritto di riscatto della comproprietà. Fluidificante di sinistra arriva come naturale sostituto di Giuliatto. Ad ore si definirà anche la trattativa che porterà l'attaccante marocchino della Spal Rachid Arma a vestire il giallorosso. Mentre, secondo il quotidiano veronese "L'Arena", entro mercoledi' dovrebbe essere definito il passaggio del centrocampista brasiliano Edinho verso Verona, sponda Chievo. Un mercato che entra nel vivo.

Il Lecce infrange il sogno del Vico Equense

In presenza di 2487 affezionati, il Lecce travolge il Vico Equense annullando, in appena 3 minuti, tutte le paure di un turno di Coppa Italia che spesso è stato fatale ai giallorossi. De Canio, in piena emergenza, schiera un 4-2-3-1 nemmeno poi tanto a sorpresa. Angelo, Schiavi, Fabiano, Mesbah sulla linea di difesa, Giacomazzi ed Edinho a protezione con Vives, Lepore e Defendi a supporto dell’unica punta Baclet.La squadra campana si è dimostrata troppo debole per poter essere considerato un test attendibile dal quale ricavare delle risposte. Terzo minuto, tredicesimo, quarantatreesimo e sessantunesimo sono gli istanti in cui Alan Pierre Baclet imprime la sua firma alla partita. Mai, a memoria di tifoso giallorosso, un attaccante del Lecce ha fatto il suo esordio con un poker, per Baclet è già storia. Come detto Vico Equense troppo poco attendibile, anche perché nelle gambe dei salentini c’è ancora la pesantezza del lavoro svolto a Tarvisio.Qualche indicazione rilevante è possibile però fissarla. A partire da quegli uomini che hanno deluso: Schiavi qualche sbavatura, Vives onnipresente ma mai incisivo per quanto riguarda l'ultimo passaggio che spesso e volentieri era filtrato dal centrocampo campano, Lepore troppo timido e poco presente nella manovra, difficoltà nel saltare l'uomo e tocco di palla non impeccabile. I compagni cercano solo lui dopo il 4-0 ma non riesce ad incidere sulla gara. Improponibile ad oggi il suo paragone a Giovinco. Angelo è il solito pasticcione, tutta corsa e poca lucidità. Qualche cross di rilievo però è da annotare al suo taccuino.

Bocciati. Non aver figurato contro una squadra appena promossa nella vecchia serie C2, è preoccupante. Da rivedere invece Mesbah, ottima la sua gara di ieri, ma era facile vincere i contrasti con Donnaromma. Dimostra facilità nel dribbling e nel cross. Gioca fluidificante per ovviare all’assenza di Giuliatto, ma in campionato dovrebbe agire sulla linea di centrocampo, liberando a destra un Defendi ancora imballato. Qualche buono spunto, qualche tentativo di conclusione in porta, un calciatore di categoria. È di oggi tra l’altro la notizia dell’acquisto in prestito con diritto di riscatto della comproprietà di Mazzotta, difensore sinistro del Palermo. Con Mazzotta Mesbah non dovrà più preoccuparsi di difendere.Baclet non si discute, il suo auto-paragone con Anelka ha suscitato nei giorni scorsi l'ilarità di molti. Un paragone azzeccato però. I movimenti, l'istinto e le movenze, oltre che la pelata, ricordano volentieri il panterone agli ordini di Ancelotti. Certo anche per lui il test è poco attendibile, ma l'attaccante di razza lo si vede da come si muove in campo. Mai fuori posizione, sempre puntuale in area, ottimi i tempi di inserimento sui primi tre gol di testa. Una prima punta classica. Fisicamente pare difficile che possa agire da trequartista o da esterno, ma il calcio ci ha regalato anche queste sorprese. Più in generale si sono visti dei movimenti decisi, tagli e sovrapposizioni come non si vedevano dal primo Zeman. Positive le sensazioni che provengono dal primo test ufficiale, in attesa della più difficile gara di domenica prossima, quando Giacomazzi e compagni andranno a far visita al 4-4-2 di Gigi Del Neri, al Ferraris di Genova.

venerdì 31 luglio 2009

Campagna abbonamenti 2009/2010

Da oggi sul sito ufficiale è presente la campagna abbonamenti per la nuova stagione con uno slogan niente male, "non lasciateli soli" e sullo sfondo due seggiolini nuovi di zecca in mezzo allo squallore generale di uno stadio fatiscente. Ora, se solo i due seggiolini fossero in offerta insieme all'abbonamento, penso che almeno un migliaio di volontari li troverebbero. Il solo pensiero di sedersi su un pezzo di plastica sporco, pieno d'acqua, di fango o con forme di vita sconosciute fa inorridire. I prezzi di per sè sono ridicoli, poco meno di quelli della scorsa stagione, quando categoria e ambizioni erano di altro livello. Oggi in serie B, ridimensionati e senza obiettivi chiari, ci viene proposto un abbonamento identico o quasi a quello dell'anno scorso e superiore a tutte le squadre di serie B, Torino compreso. Classico esempio di botte piena e moglie ubriaca. Stadio pieno e cassa colma. Coincidenza volle, e mica tanto coincidenza, che il lancio degli abbonamenti coincidesse col momento più basso della campagna acquisti del magnifico direttor sportivo catanese. Anche lui, da solo, varrebbe il biglietto.

mercoledì 29 luglio 2009

UFFICIALE: ecco Baclet

Arriva con la formula della comproprietà il giocatore dell'Arezzo, autore di 10 gol in 28 partite nella scorsa stagione in Lega Pro.
(fare click sul titolo per vedere il video)

VIA ANGELOZZI

Ritengo, come tutti voi, che il male di questa società sia PRINCIPALMENTE Guido Angelozzi. Per risolvere il problema bisogna estirparlo. Noi tenteremo di farlo. Come? Andando a protestare civilmente sotto la sede dei Templari. Chiederemo di incontrare Angelozzi o chi per lui per esprimere tutto il nostro sdegno verso il suo operato.

Firmate sotto questo post, con nome e cognome la vostra adesione.

Serie B 2009/2010: i calendari

Sorteggiati nel pomeriggio i calendari per la stagione 2009-2010. Poche le novità. Si partirà presto, il 21 Agosto, con tutte le gare in notturna, così come lo sarà anche la seconda giornata di campionato, ad un orario “europeo”, cioè alle 20:45 come avviene per le gare di coppa. Le gare sono distribuite in tre giornate: ogni venerdi sera (ore 20:45) ci sarà un anticipo, a questo seguiranno nove gare al sabato (ore 15:30), ed infine un posticipo serale (ore 20:45) il lunedi. I turni saranno due, alle ore 19:00, sia al venerdi che al lunedi, nel caso di turni che prevedono la gara infrasettimanale.
I turni infrasettimanali previsti sono alla 6a giornata di andata (22 settembre 2009), alla 10a giornata di ritorno (23 marzo 2010) e alla 14a giornata di ritorno (13 aprile 2010), e si disputano tutti nella giornata di martedì con inizio alle ore 20.45 (11 gare).
Il Lecce parte facile, incontra l’Ancona di mister Salvioni che perderà probabilmente il suo bomber Mastronunzio, seguito da numerose squadre fra cui il Lecce. Seconda giornata di trasferta per i giallorossi che faranno visita al Piacenza il 29 agosto alle ore 19. Alla terza, domenica 6 settembre, è subito scontro diretto, fra due squadre che punteranno ai play-off, quella di mister De Canio e il Frosinone del salentino Checco Moriero. La squadra laziale dopo aver ceduto Eder, sta cercando rinforzi, individuando in Adrian Ricchiuti l’elemento che potrà dare qualità alla manovra. La quarta e la quinta gara sono più abbordabili per un Lecce che sfilerà a Modena e poi in casa accoglierà il Crotone. Altro scontro diretto potrebbe essere Triestina – Lecce, sesto turno di questo campionato cadetto. Poi ancora Lecce – Mantova e Cittadella – Lecce, rispettivamente settimo ed ottavo turno, con due squadre alla portata dei giallorossi. La 9ª giornata di andata si disputa domenica 11 ottobre 2009, con inizio alle ore 15.00 (8 gare), con un anticipo domenica 11 ottobre 2009 alle ore 12.30, un posticipo domenica 11 ottobre 2009 alle ore 20.45 e un posticipo lunedì 12 ottobre 2009 alle ore 20.45. In questa giornata il Lecce riceve una delle due candidate alla promozione diretta, la Reggina. La decima giornata si distingue per essere la seconda gara casalinga consecutiva del girone di andata. In questa gara il Lecce affronterà la Salernitana. È all’undicesima che ci sarà l’attesissimo derby tutto salentino, fra Gallipoli e Lecce. Due gare in salita, alla dodicesima contro l’Empoli e poi alla tredicesima a Torino contro i granata. Alla quattordicesima il Lecce sfida l’outsider Padova, che ha appena soffiato Italiano al Toro e sta cercando di rinforzare la squadra per cercare di disputare un campionato di vertice. Un trittico difficile poi tra la quindicesima e la diciassettesima gara, nel quale il Lecce sarà di scena a Brescia, poi in casa contro il Grosseto e poi ancora in trasferta a Bergamo, sponda Albinoleffe. Ascoli in casa, Cesena in trasferta, Vicenza in casa e Sassuolo in trasferta chiuderanno poi il girone di andata.

venerdì 24 luglio 2009

Concorso letterario: partecipate tutti


Un secolo di passione


Cari utenti, giovani e anziani, capita spesso che la passione per il Lecce che anima le vostre discussioni sul forum porti tanti di voi a raccontare i propri ricordi legati ai colori giallorossi, le emozioni vissute durante "quella" partita di qualche anno (o decennio) fa, le gioie o le delusioni legate ad episodi passati ma impressi indelebilmente nella memoria. Sono racconti che talvolta arrivano persino a commuovere il lettore, contribuendo ad illustrare e arricchire non solo questo sito, ma addirittura l'intera storiografia del Lecce.
Ora è arrivato il momento di affilare le vostre penne, perché WLecce.it ha deciso di dedicarvi lo spazio (e il premio!) che meritate. Inviateci racconti, memorie, poesie o prose, foto, disegni o elaborazioni grafiche che raccontino del nostro amato Lecce, della sua storia e dei vostri ricordi legati a questa passione. Non ci sono limiti di numero, lunghezza, dimensione o formato. I contributi più interessanti verranno pubblicati sul sito e i loro autori verranno premiati con una delle copie del prezioso libro "Il primo secolo di calcio a Lecce 1908-2008" che l'autore, Vittorio Renna, ci ha messo gentilmente a disposizione per questa iniziativa.
Per partecipare inviate il vostro contributo a un_secolo@wlecce.it con una email contenente anche il vostro nome e cognome (o, se preferite, il vostro nickname) e un numero di telefono a cui è possibile contattarvi.

giovedì 23 luglio 2009

E la chiamano crisi

La chiamano crisi economica per giustificare l'enorme disagio derivante da un mercato spento. Cedere prima di acquistare, una formula che ci sta tutta, ma che non mantiene minimamente le promesse. Tiribocchi è stato il primo a passare all'Atalanta, poi è stata la volta di Papadopulous, svincolato, e poi di Castillo alla Fiorentina. Sembra che invece De Canio sia costretto a giocare con due ali in più, e di certo non per volare più in alto, ma per temperare un attacco spuntato. Allenamenti inutili quelli del tecnico materano, fra gente che è andata via - ieri Castillo - e gente che andrà via - oggi Diamoutene (probabilmente al Bari), Edinho (destinazione Firenze), Esposito (Genoa), Fabiano (Roma), Polenghi e forse Giacomazzi e Cacia. Ora che la rosa del Lecce non può che contare su un Cacia fermo in infermeria, gli obiettivi del Lecce non possono che essere distanti. È la legge del mercato, e Angelozzi sembra non conoscerla per niente. Se hai urgente bisogno di un attaccante, tutti si avvicinano a vendertelo, ma a quale prezzo? E allora Arma costa 1,1 milioni di euro, Baclet 1,4 e così via.

Vale la pena svenarsi per questi giocatori? Capitolo Castillo. Sogna la serie A il bomber di Buenos Aires, e ci resta. Chi l'avrebbe mai detto che i suoi tre rigori in corsa, sbagliati nella penultima partita di campionato, che hanno spedito la Viola in Champions League, avrebbero fatto sognare anche lui? Eppure, sarebbe bastato dribblare Frey, come nella gara di andata, per far sperare ancora i leccesi, ma tant'è. Niente giri di valzer questa volta, non ci sono state operazioni "alla Osvaldo": Corvino esce allo scoperto e ufficializza il suo matrimonio con l'amico di sempre Guido Angelozzi, acquistando per circa 1 milione di euro il cartellino di un 34enne che nelle idee sarà il vice Gilardino. Vice Gilardino in Champions oltre che in campionato. Siamo sicuri che fosse esattamente la punta che cercavano i gigliati per sostenere un campionato di vertice? Se il Genoa, una posizione più in basso, sceglie Crespo per quel ruolo, diremmo di no. E adesso si aspetta il botto di fine estate: Edinho alla Fiorentina.

martedì 23 giugno 2009

Servo della gleba

I giornali devono pur campare, in qualche modo. Ma pare che le notizie bomba di calciomercato non vanno più di pari passo alla fantasia. È così che si preferisce regnare nell’ignoranza e scrivere qualche articolo di gossip pur di stampare la pagina sportiva. Ignoranza come disinformazione, per carità, perpetuata ai danni dei lettori, ma sintomo di una condizione propria di chi dovrebbe sapere ma non sa, di chi dovrebbe informarsi e non lo fa. Non rimane niente della riunione fiume di ieri in via Templari, nulla che non sia già stato scritto, detto, commentato. Ma vi pare che dei giornalisti normali, e per fortuna ne esistono anche a Lecce, all’indomani di una riunione importante come quella tenutasi ieri, siano in grado solo di riportare gli stessi nomi, inventati peraltro da fonti nazionali per riempire gli spazi vuoti, che si ripetono in tutte le salse su tutti i giornali o i telegiornali? Due sono le cose: o sanno ma non dicono, perché fa molto KGB sapere ma non poter dire, oppure non sanno niente, perché semplicemente non conoscono bene le funzioni di un giornalista. Nella prima condizione si ritrovano in molti. Per paura di perdere l’accredito spesso conviene fare servilismo allo stato puro. Poi, con le briciole lasciate dai Templari sulle piste seguite dal segugio Guido, si possono sempre scrivere dei pezzi da dare in pasto a quei pochi lettori rimasti, ignari ed inconsapevoli dell’esistenza del web, patria della libertà di espressione e informazione.
Il secondo caso è il più emblematico, ma non per questo meno frequente, dei due. Alcuni di loro sono semplicemente redattori da necrologio prestati al giornalismo, e non perché non siano abbastanza allitterati da poter scrivere un pezzo, ma perché, come per i necrologi, attestano solo l’avvenuto decesso. Solo ufficialità, inchiesta questa sconosciuta. E loro, che il tempo ed i mezzi li avrebbero per scandagliare questo mare di bugie e di omertà, passano il tempo a vivacchiare, in attesa magari di una promozione. Ecco perché siamo tutti convinti che i vari Fenucci, Moroni, Semeraro, De Canio e Angelozzi, siano così stupidi e privi di idee, da pensare che anche ieri, per dieci ore, abbiano solo parlato di Fatic, Meggiorini e Bolzoni.

sabato 20 giugno 2009

Sogno infranto

Si infrange il sogno di rivedere una squadra di Zeman giocare a due passi da casa. Il Gallipoli e Zeman percorrono infatti due strade che non si incrociano. Per lo meno nell'immediato. Il Maestro, presente alla conferenza stampa di presentazione del figlio al Toma Maglie, si è lasciato andare anche ad una battuta sul Lecce: "non posso dare consigli a semeraro, perchè da allenatore quando glieli ho dati non li ha seguiti, oggi penso sia più difficile farsi ascoltare". Questa volta possiamo dire di non aver imparato nulla dal boemo, queste cose le conoscevamo già.

martedì 16 giugno 2009

Chiacchiere da bar



Martedi 16 giugno, Bar Lecce, tarda mattinata. Una birra, un giornale, tanta voglia di parlare dei giallorossi. Un avvocato apre il giornale, seduto comodamente ai tavolini fuori, legge le pagine sportive di un periodico locale. Nulla di straordinario. Konan rinnova, Konan va via. Supposizioni. Uno studente entra, si avvicina al bancone, sente parlottare il barista con un cliente. "Per me Edinho resta in serie B", "I giornali dicono che va via". Lo studente incuriosito si intromette: "ma non era già della Fiorentina?". Supposizioni. Che bello il progetto Lecce, coi giovani, con l'entusiasmo di una volta. Al biliardo, tra una imbucata e l'altra, col fumo che fa strizzare gli occhi (è la zona fumatori), già si parla di progetto fallimentare. "Ma dove andiamo senza Tiribocchi?". "Progetto giovani con Angelozzi? Il più giovane che ha preso ha 40 anni!". E giù grasse risate. "E il gallipolino rimane?". "Chi Castillo? Non era argentino?". Nel bar, per tutti, Castillo è gallipolino. Uno di queste parti, che è nato e cresciuto nel Salento. Molti giornali lo danno in giallorosso jonico per la prossima stagione. Supposizioni. "La verità - suggerisce un signore sulla settantina - è che uno come Barbas non lo rivedremo più, che lanci e che tempi che aveva". Eh, bei tempi. Ma pure Ledesma. E comunque Sansovini non è da Lecce. Mah! Supposizioni. Roberto, il postino, arriva sudatissimo. Vuole qualcosa di fresco ed intanto chiede in giro se per caso Ibrahimovic è rimasto o è andato via. In molti nel bar lo guardano con aria di sufficienza: è chiaramente un rinnegato.

"None, rimane!". Commento laconico del barista, che gli risponde mentre gli versa una bibita, con la faccia rivolta al muro. Il postino nota l'imbarazzo: "Eh ma Abbruscato doveva rimanere, infatti siamo scesi in B", prosegue. Ma chissà perché nessuno gli risponde, gli accademici del bar ignorano le sue opinioni. Intanto esce dal bagno Luca, il disoccupato 38enne della zona. Lui è al bar perché può leggere gratuitamente le pagine degli annunci sul giornale, che il gestore compra tutti i giorni. Mentre abbranca con la mano sinistra le noccioline, lasciate nella ciotola da un precedente cliente, inizia il suo spot a favore di Fabiano: "Oh, ragazzi, Fabiano è bravo. Di testa e di piedi è il migliore che abbiamo lì dietro. E poi ha la testa sulle spalle. Mica come certi altri di nostra conoscenza". Mignolo in bocca, pulizia dentale e occhiolino al cassiere. Da lontano, il solito settantenne: "Fabiano va in serie A, è troppo forte per il Lecce". Supposizioni. Questa è nella sostanza la situazione attuale a Lecce. Un susseguirsi di nomi, possibilità e notizie più o meno fondate. Non si hanno ancora comunicazioni ufficiali (nè ufficiose) su possibili acquisti e cessioni della squadra giallorossa. Ad oggi si registra solo la cessione per circa 2,8 milioni del bomber Simone Tiribocchi. Sono i pensieri e le poche notizie racimolate dai giornali che colorano il flebile entusiasmo degli appassionati. Anche gli addetti ai lavori, tuttavia, conoscono ben poco dell'immediato futuro giallorosso. Non resta allora che attendere una decina di giorni per conoscere almeno il destino delle comproprietà, causa scadenza dei diritti di compartecipazione.

Intervista a Cristian Antonio Agnelli


Potrete leggere clicando sul titolo in alto l'intervista integrale a Cristian Agnelli (nella foto, tratta da wlecce.it), ex primavera del Lecce, oggi zingaro del calcio a causa di una società che non vuole credere nel suo talento.

sabato 13 giugno 2009

M'ama non m'ama: tutti i petali della Rosa

Cari lettori, ultimamente vi sto trascurando a causa di impegni improrogabili, ma proverò a tenere aggiornato il blog nei prossimi giorni. Intanto vi regalo il calciomercato della rosa.


Benussi: ha numerose richieste. Potrebbero riaprirsi le porte della serie A (Atalanta) o restare in B (Frosinone). In ogni caso la sua avventura leccese sembrerebbe terminata.
Rosati: resta. Dovrebbe essere il potiere titolare, affiancato da un portiere più anziano a fargli da chioccia.
Petrachi: andrà in prestito. Probabilmente in Lega Pro.

Diamoutene: ha concluso la sua esperienza alla Roma. Per lui richieste dalla Francia e dalla Germania. Di certo c'è solo che non rimane.
Esposito: solo un anno e mezzo fa faceva panchina in serie B, oggi è il pezzo pregiato del mercato giallorosso. Se lo contendono Roma, Genoa, Milan e Fiorentina in Italia. Due o tre sono invece i club inglesi. Io lo cederei all'estero.
Schiavi: Frosinone attivissimo sul mercato, vuole fare il salto di categoria, punta il difensore campano e non solo. Sondaggio anche da parte della Salernitana che vorrebbe riportare il "baby difensore" a casa.
Polenghi: rientra nei piani di De Canio, non fosse altro che per la sua duttilità. Il 31enne milanese ha offerte. Da valutarle.
Fabiano: l'unica scelta felice di Angelozzi in 3 anni. Dovrebbe restare, ma le tentazioni arrivano dall'Inghilterra.
Giuliatto: non ci sono dubbi sulla sua permanenza.
Angelo: al momento non sono arrivate offerte in via Templari, non è che De Canio ci tenga molto alle sue prestazioni. Da valutare.

Edinho: le voci che lo volevano a Firenze al momento del suo arrivo sono tornate, ma anche la Roma è piombata su di lui. Difficilmente scende in B.
Munari: se resta è solo a causa dell'infortunio. Su di lui molte quadre di A tra cui il Catania. Sondaggio anhe dell'Inter.
Zanchetta: se non ci fosse Papadopulo, bisognerebbe inventarlo. Lui ce l'ha portato, lui se lo riprende. Destinazione Bologna.
Ariatti: stesso discorso fatto per Zanchetta
Vives: ha mercato in serie B. Da valutare
Giacomazzi: capitano!
Caserta: potrebbe restare, ma per fortuna ha molte richieste in A. Beato lui!
Ardito: è in scadenza "programmata" non rinnova. Per lui c'è il Modena.

Papadopulous: mistero sulla durata del suo contratto. Forse aveva una clausola di rescissione in caso di serie B. Si svincola.
Cacia: dopo una stagione triste, il Lecce ha deciso di mettergli sulle spalle tutto il peso dell'attacco. Si dovrà decidere se riscattarlo o se rinnovare la comproprietà col Piacenza. In attesa c'è il Cagliari
Castillo: il fatto che non sia mai stato impiegato, se non per necessità, da De Canio nel finale della stagione la dice lunga sulla sua permanenza

lunedì 8 giugno 2009

Lecce all'inglese

Qualche anno fa fu la minuziosa cura del vivaio a suscitare la curiosità degli italiani, oggi si parlerà ancora del Lecce perché precursore della figura di allenatore-manager, già nota al calcio inglese e al tecnico materano, che i campi verdi e umidi della premier li ha già calcati e le scrivanie delle varie Road e Street le ha già viste. Innovativi come pochi, i dirigenti di "via Templari" non si sono fatti scappare l'ennesima novità, l'hanno fatta propria ed utilizzata al momento giusto. Proprio quando la piazza chiedeva l'avvicendamento del direttore sportivo, ecco la risposta che spiazza tutti: ritorna De Canio e non solo per allenare.

Sceglierà personalmente i suoi ragazzi, avrà l'ultima parola sugli acquisti proposti da Angelozzi, probabilmente declassato quindi a mero esecutore delle direttive del tecnico. Saranno quattro o cinque gli anni di contratto proposti all'allenatore lucano, ma poco importa, perché l'idea di base sembra essere quella giusta: un progetto serio, con una persona seria, non si chiedeva altro. Insediato quindi sul ponte di comando, si delineerà nei prossimi giorni il Lecce del futuro. Da decidere data e luogo del ritiro, da pianificare la prossima serie B. Intanto Fabiano e Giacomazzi sembrano essere i punti fermi, con un Konan pronto al rinnovo.

sabato 6 giugno 2009

In attesa del mister (da Wlecce.it)

Con un occhio al bilancio e uno ai programmi, è così che i dirigenti di "via Templari" stanno delineando il futuro del Lecce. Via De Canio, via i calciatori che hanno espressamente chiesto di andar via (e sono tanti). Definito il passaggio di Simone Tiribocchi all'Atalanta, ora si cercherà il modo di piazzare, cercando di non svendere troppo, tutti gli altri. Intanto il diesse Angelozzi ha il cellulare scarico: è Esposito il pezzo pregiato del mercato, ed è per lui che piovono le richieste. Timido l'interessamento della Fiorentina, più corposo quello della Roma, ma non si esclude l'interessamento di altri club tra cui il Tottenham che avrebbe, a differenza delle italiane, il fascino del pagamento cash. Edinho, Ariatti, Caserta, Castillo i nomi su cui puntare per riempire il portafoglio, con l'argentino che potrebbe rimanere a Lecce nel caso in cui fosse Ventura a vestire i panni dell'allenatore. Per quanto riguarda il mercato in entrata pare ancora tutto fermo, almeno fino a quando non ci sarà la firma del prossimo allenatore. Tutto porta a pensare che sia Ventura il candidato numero uno. Ha il vantaggio di conoscere la piazza e la società, di lavorare coi giovani e di praticare un calcio veloce e piacevole. Ma non è solo lui a stimolare l'entusiamo dei "Templari" che avrebbero sotto osservazione almeno un paio d'altri allenatori: Gustinetti, Lerda e Pioli su tutti.

Il primo è reduce da un campionato di vertice col Grosseto, macchiato da un esonero durato solo 7 giornate. Chiude in sesta posizione con 64 reti fatte e 66 subite, uno score tutto zemaniano. Bisognerà valutare se il suo desiderio - di allenare solo squadre del nord per restare vicino casa a godersi i nipoti - sia ancora valido. Lerda è un allenatore emergente, che arriva secondo in un campionato che vede la sua Pro Patria fallire economicamente - poi sarà acquisita in un asta fallimentare da un imprenditore pugliese - con un bottino di 50 reti fatte e 27 subite e la miglior differenza reti (23, la seconda è a quota 16 ed è il Cesena capolista). Impegnata nei play-off contro la Reggiana di Pane (anche lui accostato ai giallorossi) vince in trasferta per 5 a 4 dopo il momentaneo svantaggio di 3 reti a 0. Pioli invece è reduce dall'esperienza di Piacenza, dove chiude al decimo posto con un 48 a 48 per quanto riguarda le reti fatte/subite; già sul taccuino di Angelozzi nella passata stagione, quando era reduce dalla insperata salvezza del Grosseto.

mercoledì 3 giugno 2009

Chi se ne va e chi no (da wlecce.it)

Di questi tempi è più facile pronosticare il risultato di una partita di calcio che azzeccare il futuro del Lecce. Delle tante voci sulla futura partenza del diesse Angelozzi, solo una risulta essere la verità: resta. E non potrebbe essere altrimenti, perché in un periodo di austerity annunciata, permettersi due direttori sportivi, di cui uno a spasso, è da ricchi viziati. Certo che ci sarebbe un altro tipo di ritorno economico mettendo fuori dalla porta il buon Guido, ma la famiglia Semeraro non sembra attentissima al futuro ultimamente, piuttosto si preoccupa del presente. E parlando del presente all’appello mancano già due elementi importanti quali Tiribocchi e De Canio. Il primo lascia Lecce suscitando qualche perplessità: sembra inverosimile che la società permetta ad un suo tesserato di rilasciare dichiarazioni simili, ma soprattutto, suona strano che Tiribocchi rilasci questo tipo di intervista. Ci si aspettava, da uno come lui, che per lo meno dicesse tutto quello che aveva da dire, togliendosi tutti e due i sassolini dalla scarpa e non solo quello dei tifosi.

Diverso è invece il discorso su De Canio, l’allenatore materano lascia Lecce proprio nel momento in cui pareva essere l’unica certezza nel futuro di questa squadra. Se lo fa per un’altra società di serie A lo vedremo a breve, se il suo cambio di programma è dettato dall’impossibilità di agire sul mercato lo vedremo tra un mese, quando sarà possibile assistere alle ufficialità di un mercato che sembra essere già iniziato. Quella del Lecce sarà una rosa che si priverà dei suoi petali e delle sue spine: via Basta, Antunes e Stendardo per fine prestito, via anche Ardito e Konan per scadenza di contratto, e via anche tutti gli altri, perché pare che siano tutti un po' stufi dell’aria che si respira a Lecce. Ma non sono i soli a pensarlo. Così Angelozzi dovrà lavorare - molto o poco è opinabile - per allestire una rosa ormai svuotata dei suoi elementi, con un budget svuotato dal suo presidente. Non sarà facile per lui ricostruire l'organico che sarà affidato al prossimo allenatore, che sarà uno tra Moriero e Ventura. In pole position il primo, ma per l’ufficialità si aspetta che Checco finisca la sua opera d’arte a Crotone.

sabato 23 maggio 2009

Intervista a Claudio Fenucci, a.d. Us Lecce

Partiamo forte. Come mai la scelta di accettare questo insolito confronto? Avete la sensazione di aver perso il contatto con la tifoseria?
Non credo. Sono amministratore delegato del Lecce dal 1996 ed in tutti questi anni in città mi è spesso capitato di incontrare i tifosi e fermarmi a discutere con loro. Non c'è nessuna chiusura. Se qualcuno vuole parlare con noi la porta della sede è sempre aperta. Spesso anche gli intervalli delle mie lezioni universitarie erano punto di scambio di opinioni sul calcio. La società sportiva è particolare, gestisce emozioni e per questo, a differenza di ogni altro settore richiede che i suoi dirigenti si prestino, per quanto è possibile, a spiegare fatti e strategie. In questo momento è opportuno, comunque, mantenere la calma. C'è grande amarezza per la retrocessione ed è necessario ragionare lucidamente sul futuro anche confrontandosi con la tifoseria senza però preconcetti o posizioni rigide.
I tifosi hanno bisogno di sentire la vostra voce, di sapere i vostri progetti e le vostre sensazioni. Anche le più banali. È auspicabile che un rapporto del genere sia più assiduo dei precedenti?
La disponibilità è completa. Anche in passato ci sono stati momenti in cui si è discusso, anche vivacemente; il problema che il confronto richiede la presenza di qualcuno che sintetizzi le posizioni dell'altra parte. Per quanto riguarda l'immediato futuro, presto il presidente illustrerà gli obiettivi e le strategie per la prossima stagione.
La retrocessione è acquisita, manca solo la condanna matematica. Ritiene che la società abbia fatto il possibile per restare in serie A?
La società ha tentato, per quanto è stato possibile, di seguire una strategia in questi anni. La nostra può riassumersi, fino ad oggi, semplicisticamente così: squadre competitive in serie B e graduale abbassamento della età con lancio di giovani in A, cercando di mantenere stabilmente la categoria. Ad inizio della stagione era stato deciso di confermare la rosa che aveva vinto, dominandolo con le altre, il campionato di B. Gli acquisti avrebbero dovuto garantirci quel salto di qualità necessario per la permanenza; il tutto con un occhio al bilancio che, in sede di budget, stimava una perdita giudicata sostenibile dalla proprietà. Anche io ritenevo che la rosa fosse molto competitiva e penso ancora oggi che la nostra squadra, per come messa in campo nelle recenti partite, non fosse inferiore alle altre 6 o 7 che si giocano la salvezza. Tra le cause dell'andamento negativo della stagione ce n'è una riconducibile alla preparazione fisica, visto che c'è stato un calo generalizzato di forma durato diversi mesi, e una alla rosa dei calciatori perché qualcuno, soprattutto tra i nuovi, ha reso, secondo me, molto meno delle aspettative.
Le sviste arbitrali hanno condizionato pesantemente il nostro campionato. Si grida al complotto e sul nostro forum si auspica di mandare in campo gli allievi nazionali. Sarebbe una bella presa di posizione, l'ennesima da parte vostra.
La rabbia e lo sdegno dei tifosi è il nostro. Però bisogna evitare di prendere posizioni che attraverso squalifiche o penalizzazioni possano pregiudicare i campionati futuri.
Anche lei ritiene che la probabile retrocessione in serie B sia frutto delle famose "sviste" arbitrali? Ci saranno pure delle colpe da ricondurre al vostro operato.
La retrocessione è frutto di fattori e responsabilità comuni a noi, al direttore sportivo, al precedente staff tecnico e ai giocatori. Sicuramente però nel finale di campionato, da Cagliari in poi, quando le possibilità di salvezza erano intatte una sequenza impressionante di errori arbitrali, mai vista in tutti questi anni, ci ha impedito di giocarcela fina all'ultima giornata; con quattro o cinque punti in più, quelli che ci hanno tolto, ci saremmo salvati.
Pensa invece che la campagna acquisti condotta dal DS Angelozzi sia stata all'altezza della situazione? Ricordiamo anche la discordanza tra le richieste del presidente Semeraro, e gli acquisti effettivi portati a termine.
Le strategia di fondo era quella descritta prima. Nella squadra che aveva vinto con pieno merito lo scorso campionato erano stato inseriti i migliori attaccanti delle ultime stagioni di B, due centrocampisti e un difensore come Stendardo, con esperienza della categoria. Probabilmente abbiamo pagato anche il gap tecnico esistente tra serie A e B perché il tasso di qualità della categoria cadetta è sensibilmente inferiore al passato, più vicino alla C che alla A. I molti punti persi nel finale sono forse legati a questo aspetto. A gennaio effettivamente il Presidente avrebbe voluto l'arrivo di calciatori italiani ma, evidentemente, non è stato possibile. Il sacrificio economico fatto per acquistare Edinho ne è la prova, e tra l'altro, come ogni operazione era stata concordata dal direttore sportivo con lui.
Al direttore sportivo Guido Angelozzi è stato rinnovato il contratto per meriti, avendo ottenuto lo scorso anno la promozione in serie A. A rigor di logica, quest'anno dovrebbe avvenire l'esatto opposto.
Il direttore sportivo è un elemento importante di una società ma non è l'unico responsabile dell'andamento positivo o negativo di un campionato. In linea generale penso che qualsiasi direttore sportivo debba compiere le sue scelte in perfetta sintonia con le indicazioni dell'allenatore, se sono realizzabili. Un altro degli errori commessi all'inizio, infatti, è stato quello di inseguire un progetto tecnico che non poteva essere compiuto; tutto si basava su un calciatore che, nonostante l'offerta di un contratto da oltre 800mila Euro netti, con un costo per la società di 1,5 milioni di Euro, ha preferito rimanere al precedente club. Alla fine si è creata un po' di confusione sui moduli di gioco, ci siamo ritrovati con troppi calciatori e questo ha generato sicuramente qualche problema di gestione. Se il sistema calcio fosse meno esasperato dalla ricerca del risultato immediato si potrebbe pensare ad una evoluzione del ruolo dell'allenatore verso una figura all'inglese, più completa con indubbi vantaggi nella realizzazione delle strategie societarie, ma al momento mi sembra un passaggio prematuro.
Per quale motivo, da quando Corvino è andato a Firenze, il Lecce non è più riuscito ad avere un settore giovanile all'altezza della situazione? Perché la Primavera è stata riempita di prestiti, tra l'altro di poco talento, e non è stata rinforzata con calciatori provenienti da scuole calcio locali?
Non siamo sicuramente soddisfatti dell'andamento di alcune cose avvenute nel settore giovanile. Ma è stato un anno di transizione; il nuovo responsabile Minguzzi è arrivato molto tardi e purtroppo non ha potuto lavorare con i giusti tempi. Se vediamo però la nostra storia recente non posso non rilevare che in tutti questi anni solo due ragazzi salentini sono arrivati ai massimi livelli giocando con continuità, Esposito e Pellè. Tutti gli altri sono ancora in formazione in società di C e, tranne Fabrizio, non mi sembra che ci siano particolari talenti nati in loco in giro per l'Italia. Questo ci deve far riflettere sul processo di selezione e di scouting da adottare. Inoltre, non bisogna dimenticare come l'attività del settore giovanile, poi, sia ciclica. La parte portante di una primavera è fatta dagli allievi dei due anni precedenti che sono i giovanissimi del passato biennio; le rose non si fanno e si disfano ogni anno come per la prima squadra. La formazione dei calciatori, poi, oltre che dalla qualità innata delle risorse nasce anche dalla bravura dei dirigenti, degli allenatori, dei medici e dei preparatori a disposizione e anche qui stiamo cercando di ricostruire, nel tempo, uno staff adeguato. Però, pur nelle difficoltà della primavera qualche lampo di luce, con un paio di ragazzi, si è visto.
In tanti anni di gestione Semeraro, sono stati effettuati molti investimenti, in passato fruttuosi, oggi infelici. Cos'è mancato al Lecce per trasformarsi da una piccola di passaggio, in una piccola con ambizioni da serie A? Si guarda ai due diversi modelli: Udinese e Atalanta.
Parlare di investimenti nel calcio è, mi scusi, improprio. Si generano perdite per inseguire un progetto sportivo. La mission delle società di calcio dovrebbe essere quella di raggiungere il massimo risultato sportivo nell'ambito delle risorse disponibili indicate dalla proprietà. Anche nelle stagioni precedenti ci sono state annate difficili, se si pensa che nel biennio 2001/03 la nostra società ha registrato perdite per 29 milioni di euro. Spesso si confonde la correttezza dei bilanci, il rispetto degli impegni con il fatto che i conti siano in equilibrio, cioè che si spenda quanto si incassi; in realtà nel nostro caso, come abbiamo più volte detto, l'azionista ha immesso capitali per oltre 65 milioni di Euro e tutto ciò è facilmente riscontrabile vista la pubblicità dei documenti contabili. Il dato è talmente grande che qualcuno fatica a crederci ma nella realtà, purtroppo, è così. Tutti ricordano le tre o quattro cessioni importanti ma non sanno che in tredici anni abbiamo acquistato calciatori per più di 170 milioni di euro. Sui giovani, nel passato, il processo di ricerca e formazione ha dato dei risultati eccezionali, ma molto era basato sulla capacità di Corvino di trovare questi talenti fuori. Per il futuro abbiamo intenzione di costruire una nostra rete qualificata di osservatori in grado di rilanciare una progettualità simile a quella felicemente sperimentata negli scorsi anni.
Ci si chiede se c'è ancora nella società la voglia di provare ad attuare un progetto simile. Se la famiglia Semeraro ha ancora fame di calcio. Qualcuno vi ha anche suggerito di vendere, e magari agli arabi.
La scelta è ovviamente legata alla volontà della famiglia. C'è, rispetto al passato, un fatto nuovo, oggettivo; bisogna considerare, infatti, che il crollo delle economie globali e dei mercati finanziari ha drasticamente ridotto le risorse a disposizione per il calcio, lo dico con cognizione visto che mi occupo professionalmente della gestione degli asset patrimoniali del gruppo. La passione del presidente rimane intatta, lo vedo da come, purtroppo, soffre durante le partite. Per gli altri scenari il discorso è lungo, ci sarebbe da chiedersi dove sia il tessuto economico salentino, visto che tutti, a parole, sostengono che la squadra è un fortissimo veicolo di promozione del territorio; la famiglia Semeraro era proprietaria del 32% della Banca 121 venduta al Monte Paschi, nell'altro 68% c'erano imprenditori importanti, molti altri hanno avuto lavoro dalle istituzioni locali, dove sono stati in questi anni? Nessuno si è mai fatto avanti. Sì è mossa la provincia con il marchio d'area, perché il pubblico, con un progetto intelligente, può surrogare il privato, il sindaco è stato disponibile ma non può far molto per lo stadio e poi? Quando si parla del Salento dietro la squadra, è vero per la passione dei tifosi, ma altro non c'è. Vi do qualche elemento: in A quello che producono le aziende locali come sponsorizzazioni e pubblicità è inferiore a quanto incassa un medio club di B del nord; a livello nazionale siamo considerati la regione che genera meno ritorni per gli investimenti pubblicitari. Questo deve far riflettere sul futuro; se il sistema calcio sta cercando di raggiungere criteri di equilibrio economico, i dati su queste tipologie di introiti uniti a quelli delle presenze allo stadio creano forti preoccupazioni. In passato, ripeto, ci sono stati momenti in cui si è cercato seriamente, anche attraverso intermediari specializzati, qualcuno che subentrasse ma senza risultato. E le assicuro non è stato mai un problema di prezzo, qualcuno vedeva i bilanci passati e andava via. Le società di calcio sono realtà particolari, producono perdite, si entra senza sapere quando e come si può uscire.
Col modello Atalanta ci abbiamo provato anche nel dopo Corvino, ma è indubbio che servono delle capacità notevoli per individuare il talento in un ragazzo di 12-13 anni. Guardando al modello Udinese invece ci possono essere delle difficoltà di base che non permettono al Lecce di attuare questo tipo di modello? Potrebbe essere relativamente più semplice lavorare su ragazzi di 20 anni?
L'Udinese ha sviluppato nel tempo una presenza costante all'estero, con ampie risorse a disposizione necessarie per acquisire i vari calciatori mantenendoli nei rispettivi campionati in attesa che si valorizzino; il fatto che la famiglia proprietaria abbia il centro delle proprie attività finanziarie ed economiche all'estero agevola molto questo tipo di organizzazione.
Restituire Lecce ai leccesi è impossibile? Eppure Petrachi ha dimostrato di saperci fare avendo a disposizione poche liquidità. Per non parlare poi di Checco Moriero che fra Crotone e Lanciano ha compiuto due miracoli. Insomma le risorse interne non sembrano essere meno competitive delle attuali. Senza dimenticare chi, come Pasculli, si è offerto di fare da osservatore per i paesi del Sudamerica.
Petrachi e Checco Moriero sono due professionisti con un futuro davanti e non è da escludere che, prima o poi, possano trovare una collaborazione con il Lecce. Ma ritengo che il senso dell'appartenenza possa essere sviluppato anche da persone non nate in questo territorio. Penso a tutti i calciatori o ad allenatori non salentini che sono rimasti nel cuore della tifoseria.
Come si spiega l'eccessiva repressione adottata dai due diversi questori di Lecce all'interno del nostro impianto sportivo, quando poi negli altri stadi le stesse norme non vengono applicate. I nostri tifosi sono continuamente vessati per ogni piccolezza. La società cosa può fare per diminuire questa pressione?
La applicazione non uniforme delle norme è stata più volte segnalata agli organi ministeriali, come abbiamo anche rimarcato le problematiche di ordine pubblico nate in determinate partite. Non dobbiamo però dimenticare lo spirito della norma: l'obiettivo è eliminare ogni tipo di violenza o istigazione a questa dagli stadi; non credo che le attuali norme siano quelle più opportune allo scopo ma queste sono.
A parte queste discutibili leggi antiviolenza, a cosa attribuisce la desolazione sugli spalti alla quale ogni domenica siamo costretti ad assistere?
Il calo degli spettatori è un trend generalizzato a livello nazionale. Siamo scesi dal 1° al 4° posto in Europa per presenze medie. Le ragioni sono molte, alcune comuni altre peculiari della nostra situazione: la diffusione ormai capillare del sistema della pay tv che in una provincia estesa come la nostra diventa un forte deterrente; la scomodità dello stadio; la situazione economica che rende difficile per molte famiglie frequentare con continuità gli spalti; una certa assuefazione al calcio di vertice che naturalmente si genera dopo qualche anno.
Spesso si fanno delle banali proporzioni, e ci si chiede se non valga la pena riempire lo stadio con prezzi di biglietto o abbonamento "ridicoli" per ottenere alla fine gli stessi guadagni degli ultimi tempi, ma con uno stadio pieno.
La nostra esperienza suggerisce che solo forti riduzioni del prezzo dei biglietti riescono a determinare incrementi significativi di presenze. E' sempre un problema di competitività relativa. Se a Catania, Bologna, Torino ecc. ricavano attualmente dalla vendita dei biglietti e abbonamenti il doppio di quello che produciamo noi significa che possono alzare il livello della competizione spendendo o acquistando un calciatore in più. Non dimentichiamo che tutte le risorse che si incassano servono per finanziare l'attività sportiva.
Quanto contano per l'US Lecce i tifosi?
Il calcio viene fatto per i tifosi. Un settore dove si perdono montagne di soldi trova una spiegazione solo se riesce a generare emozioni collettive in grado di durare nel tempo. Fortunatamente in questi anni qualche volta c'è riuscito, 8 anni di A su 13 non sono pochi, avremmo voluto fare di più ma non è stato possibile. Errori sicuramente ne avremo commessi. Un merito vorrei però che ci fosse riconosciuto, siamo riusciti a tener fuori il club da tutto ciò che di brutto è avvenuto nel calcio: dal doping, dalle fideiussioni false, dai passaporti taroccati e dall'enorme schifo di calciopoli, costruendo una società che è, nel settore, ritenuta un modello di organizzazione.
Non pensa che se all'interno di una tifoseria affiora un pensiero comune alla totalità delle persone, questo debba per forza di cose essere preso in considerazione? In poche parole, una società di calcio, ha il dovere di prendere in considerazione una unanime richiesta popolare, e quindi fare di conseguenza scelte popolari piuttosto che scelte societarie?
I diversi punti di osservazione sono importanti e gestire un club rende necessario percepire le sensazioni dei tifosi, senza restarne, però condizionati. Ci sono casi, in passato, in cui la voce della tifoseria premeva per scelte che sarebbero state sbagliate, per esempio le contestazioni a Rossi e Sonetti, altre volte invece sarebbe stato più opportuno seguirne gli umori. In generale, fino a quando le società sportive saranno strutturate in s.p.a. con azionisti che rispondono economicamente e socialmente delle proprie scelte, il coinvolgimento sulle decisioni di fondo, modello spagnolo, incontra un forte vincolo.
Ho saputo che ha incontrato degli utenti del nostro forum nella trasferta di Bologna. Il rapporto diretto coi tifosi non è poi così male...
Come dicevo all'inizio, non vivo in una torre di avorio, sono anni che incontro e discuto con i tifosi, ed ogni volta se ne conoscono di nuovi. Nello specifico mi è costato una maglietta ma era simpatico.
Gira voce che ci siano dei legami abbastanza assortiti fra l'US Lecce e Pantaleo Corvino. Ora, a meno che non si vogliano screditare i giornalisti nazionali che hanno messo in circolo determinate notizie, vorremmo saperne qualcosa in più anche noi.
Nessuno per quanto sia bravo come giornalista è depositario della verità; stiamo ai fatti: ad oggi con la Fiorentina abbiamo effettuato in quattro stagioni il prestito di Papa Waigo e il figlio, agente di calciatori, ha in procura un solo calciatore della attuale rosa di prima squadra. Mi sembra un po' poco per giustificare questo "legame assortito". E poi, le pare possibile che persone che hanno gestito realtà complesse come una Banca mettano soldi ogni anno per farsi fare le strategie da un altro, chiunque esso sia?
Pensando al futuro: come lo vede il Lecce, e come devono vederlo i tifosi giallorossi?
Un grande allenatore di baseball diceva "è diventato difficile fare previsioni perché il futuro non è più quello di una volta". Cosa succederà è legato alla volontà della famiglia Semeraro di proseguire negli anni questa avventura nel calcio, o alle intenzioni di chi dovesse subentrare. Nel passato con grandi sacrifici economici e impegno di lavoro si sono vissute forti emozioni e qualche delusione, ma il sistema intorno a noi sta cambiando e va in una direzione che non mi piace. La nascita della Lega di A e il disegno dei principali club di un calcio legato ai grandi nomi, ai palcoscenici prestigiosi e, gioco forza, ai maggiori centri urbani mi sembrano l'anticamera di una super lega europea e di tornei sempre più vicini ad una visione spettacolare che poco spazio lascia a realtà come la nostra.
Pensa che questo confronto tra società e tifosi, con questi ultimi che individuano i temi di discussione, sia un'esperienza da ripetere?
Per me può diventare anche un appuntamento fisso.

venerdì 22 maggio 2009

In arrivo le risposte

Basta con le domande! Ora è tempo di risposte. Presto su wlecce tutte le verità del dottor Claudio Fenucci.

martedì 19 maggio 2009

Quando il Lecce era più forte (dei poteri forti)

Da Moggi ai "poteri forti", le ambiguità e le circostanze sospette che il Palazzo non si fa mai mancare in una stagione. E c’è chi poi non perde l’occasione di trarne vantaggio, dai poteri forti. Sono sempre una valida alternativa alla verità, buoni per anchilosare le fragili opinioni di noialtri. Ottimi per poter dire che alla fine la stagione non sarebbe da buttare via, e che forse qualcosa di buono da trarre c'è. Ma non si vede! Parlare dei poteri forti, o dei torti arbitrali mirati, o dell’eventuale ignobile progetto di una serie A destinata alle grandi piazze, è la soluzione tampone di mille problemi.Forse, la teoria dei problemi forti potrebbe anche avere delle basi, ancorate saldamente al terreno, ma i poteri forti (quelli accertati dalle procure, dai processi e dalle intercettazioni) non hanno avuto la forza di abbattere la corazzata del 2004/2005 che si è arenata solo per una falla interna, altrimenti avrebbe preso il largo, nonostante tutto.

C'è sempre stato l’uomo nero dietro l’angolo per il Lecce, non è la prima volta, non sarà l’ultima. Questo l’US Lecce lo sapeva, e la sua colpevolezza sta proprio nel fatto di non aver posto rimedio prima. Una squadra più forte dei poteri forti, una squadra più ambiziosa del suo stesso presidente e della fantasia dei suoi sostenitori. Questo è quello che è mancato, e quello che non deve mancare. Oggi ci ritroviamo a dover discutere di un fuorigioco non sbandierato causa del primo gol del Bologna. Ieri dell’espulsione di questo o quell’altro. Ma quanto tempo abbiamo dedicato alla squadra, e quante volte ci siamo veramente chiesti se questo Lecce avesse, fra i suoi, i mezzi necessari per la salvezza? Ed una volta posta la domanda, quanti hanno avuto il coraggio o l’onestà di rispondere?