venerdì 4 settembre 2009

Il progetto riguarda anche il settore giovanile

Da quando De Canio ha messo nero su bianco non si fa altro che parlare di "progetto Lecce", di acquisti o cessioni, di calciatori di valore o di scarti da magazzino, di prestiti secchi o con opzioni varie. Ma la prima squadra, per quanto possa sembrare strano, non è altro che la fase terminale di un programma ben più ampio che prevede il completo rifacimento del settore giovanile scassato da un direttore sportivo in partenza e poi dai suoi successori non propriamente all'altezza della situazione. Sono stati innestati dei nuovi calciatori nella "Primavera-prestiti" che tanto aveva fatto ridere i leccesi la scorsa stagione, fra le gag di Ireneu e le imbarazzanti prestazioni di Mihoubi, incapace di figurare anche fra i neo-patentati, ma innesti ci sono stati anche in tutte le categorie inferiori del settore. Così oggi abbiamo Andrea Zelletti, proveniente dagli allievi regionali del Taranto; Antonio Crescente, dal Barletta; Antonio Lombardi, dalla Juventus San Michele (Foggia) e tanti altri acquisti. Avete letto bene, di acquisti si tratta, non di prestiti. Il nuovo responsabile del settore giovanile, Roberto Alberti, ha il malcostume di muoversi e di andare a vedere le partite degli altri. È vero, pare brutto, ma poi alla lunga paga.

Ne sbagli uno, ne sbagli due, ma il terzo lo becchi e ti fa felice una società e una tifoseria intera. Ma poi Vincenzo Mazzeo alla guida della Primavera ti cambia già la giornata. Non deve far finta di essere felice di vivere nel capoluogo sperduto del sud Italia, e soprattutto non deve far finta di lavorare. Tra l'altro se le cose non vanno bene i rimbrotti in dialetto li capisce pure, e magari non si offende. Lavorare per la propria terra è quello che sognano anche Moriero e Petrachi. Con loro la fortuna è stata cieca in ogni senso, perché li ha fatti diventare grandi, ma colpevoli per questo di non poter lavorare a due passi da casa. Sono profeti in patria, ma non per questo meno bravi, i vari Maragliulo, Renna Luperto, e tutto il resto dello staff che ruota intorno a questa pianificazione. Non è solo lavoro sul campo quindi, ma anche una fitta rete di contatti con scuole calcio locali (tra cui San Pietro Vernotico e Otranto, ma se ne apriranno altri), di osservatori che si muovono, girano, visionano e comprano. E pazienza se alla fine di tutto questo resterà solo un mucchio di soldi spesi, almeno si potrà raccontare di aver girato per lo Stivale in cerca di un talento. Si possono cercare anche tra un banchetto e l'altro, ma ci abbiamo provato per un paio d'anni e non pare sia andata bene.

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