martedì 19 maggio 2009

Quando il Lecce era più forte (dei poteri forti)

Da Moggi ai "poteri forti", le ambiguità e le circostanze sospette che il Palazzo non si fa mai mancare in una stagione. E c’è chi poi non perde l’occasione di trarne vantaggio, dai poteri forti. Sono sempre una valida alternativa alla verità, buoni per anchilosare le fragili opinioni di noialtri. Ottimi per poter dire che alla fine la stagione non sarebbe da buttare via, e che forse qualcosa di buono da trarre c'è. Ma non si vede! Parlare dei poteri forti, o dei torti arbitrali mirati, o dell’eventuale ignobile progetto di una serie A destinata alle grandi piazze, è la soluzione tampone di mille problemi.Forse, la teoria dei problemi forti potrebbe anche avere delle basi, ancorate saldamente al terreno, ma i poteri forti (quelli accertati dalle procure, dai processi e dalle intercettazioni) non hanno avuto la forza di abbattere la corazzata del 2004/2005 che si è arenata solo per una falla interna, altrimenti avrebbe preso il largo, nonostante tutto.

C'è sempre stato l’uomo nero dietro l’angolo per il Lecce, non è la prima volta, non sarà l’ultima. Questo l’US Lecce lo sapeva, e la sua colpevolezza sta proprio nel fatto di non aver posto rimedio prima. Una squadra più forte dei poteri forti, una squadra più ambiziosa del suo stesso presidente e della fantasia dei suoi sostenitori. Questo è quello che è mancato, e quello che non deve mancare. Oggi ci ritroviamo a dover discutere di un fuorigioco non sbandierato causa del primo gol del Bologna. Ieri dell’espulsione di questo o quell’altro. Ma quanto tempo abbiamo dedicato alla squadra, e quante volte ci siamo veramente chiesti se questo Lecce avesse, fra i suoi, i mezzi necessari per la salvezza? Ed una volta posta la domanda, quanti hanno avuto il coraggio o l’onestà di rispondere?

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