martedì 2 marzo 2010

C'è un Mister X e non è De Canio


L’avremmo voluto definire l’uomo nero, ma la tendenza del momento impone di chiamarlo Mister X, che non è mister pareggio, il riferimento non va a De Canio, ma vuole essere un nomignolo che vuol racchiudere al suo interno una persona, forse più di una, un concetto, un modo di essere, una lobby che cerca in tutti i modi di svalutare il lavoro svolto con profitto dal mister, inteso questa volta come l’allenatore.
Sono le sirene d’allarme che ci impongono di porre l’accento su di una situazione che evidentemente ha toccato il punto più alto della sua criticità. Il botta e risposta fra il presidente Semeraro e l’allenatore De Canio che se le mandano a dire attraverso la carta dei giornali, le dichiarazioni rilasciate in tv dal giornalista Stefano Meo, ed una serie di odori nell’aria che si diffondono dopo ogni punto perso dalla squadra, persino, in maniera più leggera, dopo ogni vittoria, per quanto roboante.
Una situazione paradossale, che probabilmente non trova una logica spiegazione, per lo meno non nella logica dello sport, unita sia pure a quella degli affari che con esso convivono nell’assurdo mondo del pallone.
Cosa deve fare un allenatore per entrare nelle grazie di una Società se non dominare un campionato, e magari farlo dopo una spesa di appena un milione di euro? Forse De Canio dovrebbe imparare dai maestri delle promozioni, da chi ha l’arte nelle mani e il vuoto nei portafogli. Da chi compra facile e lascia la mancia, e da chi vince a stento il campionato occupato com’era a scriversi il prolungamento del contratto.
Sono strani giochi di potere che giovano a pochi, e che confondono le idee a tutti gli altri. Uno strano mondo quello del calcio, dove la società non difende mai il proprio allenatore, o meglio non difende questo allenatore. Nessun gabbiotto per lui. Nessuna difesa precostituita, ma nemmeno guadagnata. Come se De Canio non fosse una scelta voluta, come se De Canio fosse un bastone raccolto per strada dai raggi di una ruota. Come se De Canio fosse l’allenatore giusto, con le idee sbagliate.

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